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SAFILO SANTA MARIA SALA | Ipotesi accordo per 2000 lavoratori

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Ipotesi di accordo per un maxi contratto di solidarietà  che allontana gli esuberi: quasi 2.000 i lavoratori coinvolti nei 3 stabilimenti veneti. Nessuna esternalizzazione ma, al contrario, rientro di alcune lavorazioni.
Siviero (Femca Cisl Veneto): un accordo che guarda lontano.

Alla Safilo, stabilimento di santa Maria di Sala, è stato raggiunta una ipotesi di accordo tra sindacati, RSU e azienda sulla vertenza avviatasi dopo la drammatica dichiarazione (11 maggio) di 1.000 (995 per la precisione) esuberi conseguenti alla perdita del marchio Armani passato a Luxottica.

Tre le mosse strategiche concordate da sindacati ed azienda: un piano di potenziamento industriale e di rilancio commerciale, un maxi contratto di solidarietà , percorsi di riqualificazione per una parte dei lavoratori.

“Senza un piano industriale e commerciale – sottolinea Mario Siviero della Femca Cisl regionale – che dimostrasse l’impegno dell’azienda a ricostruire gli spazi di mercato persi negli ultimi 2 anni (Armani è stato solo l’ultimo dei marchi persi, anche se indubbiamente il più consistente sia per fatturato che per quantità  di lavoro) non avrebbe avuto alcun senso andare a discutere di organico e quindi dell’uso di eventuali ammortizzatori sociali. Ora questo piano c’è e ci permette di risolvere subito una parte del problema e di guardare con maggior ottimismo al prossimo futuro”.

Safilo si è infatti impegnata a cancellare ogni progetto di esternalizzazione di alcune produzioni che rimarranno quindi interne. Già  questo comporta la riduzione di circa 114 esuberi. Per fare un esempio: la galvanizzazione rimane a Longarone e non viene trasferita nello stabilimento di Suzhou in Cina dove si producono i semilavorati. 100 esuberi saranno poi cancellati riportando in aziende altre lavorazioni oggi affidate a terzi.
Accanto a ciò l’azienda prevede una riorganizzazione della rete di vendita (già  annunciata ed avviata) e la ricerca di nuovi marchi da produrre valorizzando anche le capacità  e le professionalità  presenti nei processi di industrializzazione dei prodotti.

Naturalmente queste scelte non sono sufficienti nel breve termine a garantire lavoro a tempo pieno per tutti i 3.500 lavoratori occupati tra Padova, Santa Maria di Sala e Longarone. L’esubero lavorativo, non più di personale, ridotto ad un equivalente di circa 670 occupati (non verranno tra l’altro rinnovati 114 contratti a termine in scadenza), sarà  distribuito tra i lavoratori dei tre siti produttivi italiani (Longarone, Santa Maria di Sala e Martignacco) e della sede di Padova con una riduzione dell’orario di lavoro coperta, per l’aspetto salariale e contributivo, dal ricorso ad una cassa integrazione straordinaria nell’ambito di un contratto di solidarietà  della durata di 24 mesi.

“Il Contratto di Solidarietà  – chiarisce Siviero- riguarderà  la quasi totalità  dei 660 lavoratori di Santa Maria di Sala, dei 1.160 di Longarone e di tutti quelli di Martignacco mentre a Padova ne saranno partecipi una buona parte. E’ il più grande contratto di solidarietà  mai fatto in Veneto. Uno strumento questo che permette grande flessibilità  negli orari di lavoro e riduce al minimo la perdita di salario. Questi due elementi ci permetteranno di gestire anche la formazione professionale conseguente alla riorganizzazione produttiva”.
L’accordo prevede che l’azienda, anche tramite società  specializzate, offra corsi di riqualificazione per lo svolgimento di nuove mansioni nelle linee di produzione Safilo oppure per puntare ad una nuova occupazione in attività 
diverse da Safilo.

“L’accordo ci permette di guardare lontano – commenta il sindacalista della Cisl – abbiamo due anni di tempo in cui lavorare sodo tutti, azienda, sindacati e lavoratori, per riconquistare il terreno perduto e nel 2014 faremo il punto della situazione. Lo spettro dei licenziamenti si è allontanato ma non possiamo dire che sia scomparso”.

CISL Veneto
Ufficio Stampa

Venezia, Mestre 15 giugno 2012

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