I recenti attentati di Genova e di Brindisi hanno lasciato attoniti tutti i cittadini del nostro paese, me compreso facendomi ricordare gli anni di piombo degli anni settanta; la domanda che mi è sorta spontanea è stata: stiamo veramente correndo il rischio di rivivere quei tristi anni della nostra Repubblica?
Recentemente anche lo stesso Presidente della Repubblica in carica ha messo in guardia le istituzioni su di un possibile ritorno alla violenza stragista.
Il cambiamento storico che stiamo vivendo ed i problemi che ne conseguono, sicuramente rendono la situazione sociale attuale più difficile ed esplosiva rispetto al passato: basti pensare quale può essere lo stato d'animo di una generazione giovanile che vede il lavoro come un miraggio. Questo come altri aspetti della vita quotidiana portano alla sfiducia, sia dei giovani sia dei meno giovani verso le istituzioni, maturando anche il desiderio di distruggere ogni cosa e prestando così il fianco a quelle forze che vogliono riorganizzare militarmente l'area della violenza.
Certamente una maggiore coesione politica, un serio ed onesto senso dello stato da parte della nostra classe politico-dirigenziale farebbero diminuire considerevolmente il rischio di un ritorno al passato. Inoltre vivere una vita più sobria con i giusti valori ai rapporti interpersonali, abbandonando i vecchi stili del produrre e crescere a qualunque costo che non pagano più, possono aiutarci a superare questo cambiamento preparandoci al nuovo futuro.
Mauro Trentini
[28/06/2012]
