Sgravio fiscale in busta paga con la riduzione del cosiddetto ‘cuneo fiscale’, questo l’obiettivo primario a cui sta lavorando il governo. L’ipotesi, che potrebbe vedere la luce entro la primavera del 2014 è subordinata ai conti in vista della legge di Stabilità che il Consiglio dei ministri approverà martedì.
Purtroppo le previsioni non sono comunque esaltanti: le risorse a disposizione sono poche. Anche ipotizzando che dei 5 miliardi di taglio del cuneo fiscale di cui si parla più della metà, diciamo pure 3 miliardi, vada ai lavoratori attraverso un aumento delle attuali detrazioni sul lavoro dipendente, in media entrerebbero in busta paga appena 150-200 euro netti in più all’anno.
Inoltre le manovre non toccherebbero i pensionati per i quali invece ci sarebbe lo sblocco dell’adeguamento all’inflazione, almeno per quelle fino a 6 volte il minimo (3 mila euro lordi).
Il governo intende migliorare con un programma triennale di sgravi, che a regime potrebbe arrivare a 10-15 miliardi. Il piccolo bonus cioè aumenterebbe di anno in anno nel periodo 2014-2016, in linea con l’avanzamento del piano di spending review.
In compenso di preannuncia battaglia aspra con le Regioni, perché la manovra finanziaria che per il solo 2014 dovrebbe valere 12-15 miliardi sarà fatta per i due terzi di tagli alla spesa.
L’altro ‘tasto dolente’, la ‘service tax’ che andrà a sostituire l’ Imu, è attualmente allo studio: il campo in cui si gioca la partita è quello della percentuale di tassa da far pagare ai proprietari e quella all’eventuale affittuario, come, appunto, ‘tassa di servizio’.
Paolo Pradolin
[13/10/2013]
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