Parallelamente allo ‘sciopero dei forconi’ un’altra forte iniziativa di protesta prende il via mettendo sotto accusa il mondo della politica.
I movimenti territoriali protagonisti dello sciopero ‘L’Italia si ferma’, che si sono raccolti sotto la sigla «Costituente Rete Civica Nazionale», denunciano lo Stato italiano alla Corte europea di Strasburgo dei Diritti dell’uomo.
Una mossa forte che è motivata dalla: «Violazione dei diritti umani e della dignità della persona umana, per l’oppressione fiscale e la conseguente perdita e chiusura sia delle aziende che dei posti di lavoro con un aumento della disoccupazione che sta portando il nostro Paese al declino», ha annunciato il presidente della Costituente, Angelo Todaro.
Dal dicembre 2011, il governo italiano, ha ribadito Todaro, «ha inasprito le azioni fiscali contro le imprese e di conseguenza contro i lavoratori con la scusa dell’imminente default anche in conseguenza dello stato di gravità di altro Paesi dell’area Ue come Grecia e Portogallo. Il governo Letta non ha fatto altro che procedere su questa strada e le banche, pur aiutate dalla Bce, non erogano più fidi alle imprese, che sono costrette a chiudere lasciando sul lastrico intere famiglie, con risultato che imprenditori si suicidano per l’oppressione di Equitalia e dell’Agenzia delle Entrate. L’Italia è il Paese con le tasse più alte nell’area dell’Unione Europea, tasse che costringono molte imprese ad emigrare verso Paesi vicini come la Svizzera, l’Austria, la Slovenia, la Slovacchia, la Francia e, nell’area extra Ue, la Serbia. Tutto ciò ha generato frustrazione e povertà nelle famiglie» ha concluso il presidente della Costituente, Angelo Todaro.
Paolo Pradolin
[09/12/2013]
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