Il premier sprinta nella sua campagna elettorale e Renzi attacca tutto e tutti. Ad un certo punto scappa anche un «buffoni e pagliacci» alla volta dei grillini. Le piazze di Pesaro e Cesena battono le mani su alcuni passaggi che gradiscono di più, ad esempio sugli attacchi alla Rai e all’ex direttore del Tg1, ora senatore di Forza Italia: «Dire le parole “servizio pubblico” e “Minzolini” nella stessa frase nuoce gravemente alla salute».
«Loro sono bravi in televisione a voler abolire i posti dei politici, poi quando vanno in Parlamento gli trema la mano. Tocca a noi salvare questo Paese». Loro sono i grillini, i «pagliacci o buffoni», ma ci sono anche gli altri, quelli di Forza Italia, quelli che sino ad oggi «ci hanno rappresentato in Europa facendoci vergognare, dando un’immagine del Paese da barzelletta». «Guardando la tv non si ha nemmeno l’impressione che si voti per le Europee, si pensa di votare chi insulta di più, e invece noi non siamo come loro, loro parlano di 37 complotti e 15 colpi di Stato alla settimana, loro ne fanno uno a settimana».
A Cesena il premier dice che non è in grado di fare promesse «che non potrei mantenere», dice che dei pensionati il governo si occuperà il prossimo anno, quando «avremo più risorse», ma in ogni caso «non ci ferma più nessuno», nemmeno i conduttori della Rai, vedi Floris e il battibecco dell’altra sera, che sembrano ignorare che la tv pubblica «è dei cittadini, e che va restituita ai veri proprietari, cioè a voi. Io voglio tenere i partiti fuori dalla guida della Rai perché la Rai non è del presidente del Consiglio, non è dei sindacalisti dell’Usigrai, non è dei conduttori, nè di chi ha pensato in questi anni di regalarla ai partiti. Per me è dei cittadini». Deve essere «un modello di autorevolezza e di indipendenza».
Redazione
[17/05/2014]
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