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Referto oncologico non consegnato: Poste di Conegliano commissariate

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poste ufficio postale

La vicenda del referto di importanza grave inviato dalla Ulss e giacente nell’ufficio postale per carenze di organizzazione e personale delle Poste ha fatto indignare l’opinione pubblica.

Tanto che ieri mattina l’ufficio postale in questione è di fatto «commissariato».

Si tratta del ‘Centro postale di distribuzione di Conegliano’, da cui dipende l’ufficio di Mareno di Piave, dove solo il 16 gennaio e soltanto con l’intervento dei carabinieri di Susegana era stata ritrovata la busta attesa da una 43enne malata di cancro, contenente il risultato di un esame diagnostico effettuato il 19 dicembre e affrancata ancora l’ultimo giorno dell’anno scorso.

Poste Italiane ha fatto le sue scuse alla signora (dopo l’intervento dei carabinieri e dopo che il fatto ha preso rilevanza nazionale), quindi ha deciso di assumere provvedimenti urgenti.

La voce – non confermata – dice che il direttore della sede coneglianese fosse stato sollevato dall’incarico nell’ambito di un procedimento disciplinare. In realtà Poste Italiane ha smentito tale notizia, ma ha fatto sapere che il responsabile è stato prontamente «affiancato da referenti della Direzione provinciale e di quella regionale, per evitare che un fatto così grave possa ripetersi».

La situazione era stata determinata da un groviglio di assenze, ritardi, inadempienze, che hanno causato un accumulo di giacenza arretrata non consegnata, ma la signora si era comuncuqe presentata agli sportelli per reclamare la lettera che non arrivava e, tra i dipendenti presenti, non c’è mai stato nessuno che abbia risolto il problema.

Sulla vicenda è scesa in campo anche la Regone del Veneo: «Ho telefonato alla signora. Siamo a sua completa disposizione per tentare di recuperare il tempo che è stato perduto per colpa di qualcuno che si è distratto e le abbiamo già fissato un appuntamento con i medici per il 27 gennaio».

Secondo il presidente però la vicenda non finirà qui: «Ho chiesto all’avvocatura regionale di valutare se esistano gli estremi per fare causa alle Poste, perché se è vero che il popolo alla fine soccombe, altrettanto non può e non deve essere per l’istituzione. Secondo me si può fare leva sul fatto che ora il nostro sistema sanitario sarà costretto a spendere più del previsto per recuperare il tempo perso a causa del disservizio postale. Stiamo quindi valutando di fare causa per un guaio ingiustificabile».

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