Il Veneto vuole l’indipendenza dall’Italia. Gianluca Busato lo conferma trionfante dal palco di piazza dei Signori a Treviso, attorniato da un minimondo che si è raccolto grazie a Plebiscito.eu, anima del referendum online che ha fatto il giro del mondo, attirando curiosità del Times, della Bbc, di giornalisti russi e cinesi.
Dal palco vengono scanditi i dati: «Voti validi: 2 milioni 360 mila. Sì: 2 milioni 102 mila…» e c’è l’ovazione. Migliaia di persone cantano «Viva San Marco!», vogliono la separazione dall’Italia, vogliono abbandonare uno Stato «stupratore, usurpatore, parassitario». Sono numeri che la politica non può permettersi di ignorare, definendo il referendum ‘una burla’ come fanno gli avversari ad esempio, o dimenticando di parlarne come ha fatto la Lega negli ultimi 10 anni.
Nei prossimi giorni il promotore Busato spiegherà i meccanismi degli «osservatori internazionali» chiamati a certificare le regolarità dei voti, intanto il dato resta.
«Può verificarsi un’escalation violenta? – chiedono a Busato – la violenza è quella dello Stato italiano, il regno del male e dei suicidi. La nostra rivoluzione digitale ha abbattuto il burosauro, siamo i sapiens davanti agli uomini di Neanderthal».
Sotto i portici di Treviso si discute anche delle iniziative del governatore Luca Zaia e del Carroccio in Regione, a cominciare dall’annunciato referendum istituzionale: «Si accodino pure, male non fa, ma sono certo in ritardo».
Paolo Pradolin
[22/03/2014]
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