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'QUESTI 50 EURO SONO FALSI' | Ma non era vero. Disavventura all' Acqua e Sapone

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Brutta disavventura capitata ad una anziana signora di Mestre sabato mattina. La donna, A.D., di 84 anni, si reca a riscuotere la pensione all'ufficio Postale di Viale San Marco poi, uscita, decide di fare qualche acquisto al vicino negozio “Acqua e Sapone”. Qualche scelta tra gli scaffali e poi alla cassa per pagare, dove perĂ² la signora ha una sorpresa: «Questi 50 euro sono falsi» dice la cassiera sicura. La donna risponde che non è possibile, che sono i soldi appena ricevuti dalle Poste per la pensione,ma la cassiera non ammette repliche e restituisce la banconota.
L'anziana allora ne prende un'altra dal mucchietto, ma: «Anche questa è falsa…».

Per quanto possibile, l'evento è quantomeno statisticamente singolare: due banconote false da 50 provenienti entrambe dalle Poste? A nulla perĂ² valgono le giustificazioni della signora che, fortunatamente, aveva anche un pezzo da 20 ed è riuscita a pagare ugualmente la merce mentre veniva colta da un forte stato di difficoltà  e da un forte stato di malessere, sia per il fatto antipatico che le stava capitando, sia per il disagio di subire quella valutazione “da falsaria” davanti a tutte le altre persone presenti nel negozio e in coda per pagare.

A quel punto l'anziana esce e viene calmata, per quanto possibile, dalla figlia perchè si trovava in uno stato di agitazione pericoloso. Poi entrambe tornano dall'operatore delle Poste a raccontare il fatto, anche preoccupate che il denaro falso possa essere di piĂ¹. L'impiegato controlla il denaro, consulta un collega, e lo passa attraverso una macchinetta. Sentenza: le banconote sono buone. Il commento dell'impiegato: «Signora, avercene soldi così…”.

Per correttezza, le due pensano di tornare da “Acqua e Sapone” per avvertire che c'era stato uno sbaglio, ma la risposta della cassiera è stata tanto sgarbata quanto inopportuna: «Signora, non mi interessa, se ho un dubbio i soldi non li accetto».
Senza entrare nel metodo di gestione della catena di negozi, forse sarebbe stato piĂ¹ opportuno un: «Ci scusi, abbiamo sbagliato…» per il disagio creato ad una signora di 84 anni per nulla.

paolo pradolin
[redazione@lavocedivenezia.it]

Riproduzione Vietata
[13/11/2012]


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