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Quando i media decidono il senso dell’umorismo qualcosa non va. Di Mattia Cagalli

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Ormai siamo alla follia.

L’allenatore Eddy Reja ha dovuto porgere umili scuse per una battuta e ripeto battuta riferita alla speranza di qualche infortunio romanista prima del derby.

Che si trattasse di un’uscita scherzosa e assolutamente non infelice come vogliono far passare i media, è palese. La sua è solo una speranza perché conscio che la Roma è una delle migliori formazioni del campionato e solo senza qualche giocatore la Lazio ha qualche possibilità di fare risultato.

L’ipocrisia e la falsa indignazione oramai ha raggiunto dei livelli indicibili, ormai si guarda sempre chi punta il dito e non la luna; questo in qualunque ambito della vita sociale italiana, dallo sport alla politica. Ne abbiamo dimostrazione anche negli ultimi giorni.

Qualcosa che di sicuro non va a livello mediatico-calcistico è il comportamento del servizio (anche e soprattutto pubblico), che viene impartito nei confronti di certe squadre.

Per qualche oscura ragione la trasmissione calcistica in seconda serata Rai, sembra vivere in uno stato di perenne adorazione del Torino. In particolar modo nella figura della conduttrice.

Ieri sera ad esempio mi è venuto spontaneo pensare che la Ferrari sia in realtà una dipendente della Cairo Edizioni. Indipendentemente dall’andamento della squadra infatti, la suddetta ne ha elogiato la prestazione e soprattutto l’andamento. Senza ombra di dubbio i ragazzi di Ventura stanno correndo verso un posto MERITATISSIMO in Euro League.

Ma questo mantra viene ripetuto di domenica in domenica, da quando addirittura la squadra aveva dodici punti dal quinto posto. Vorrei sapere perché si preme con tutta questa insistenza sulla stagione dei granata, gli abbonati Rai più puntuali nel pagamento del canone sono Piemontesi?

Non parliamo poi del metodo utilizzato per lanciare i servizi delle sintesi delle partite, come è possibile che il match della quinta in classifica sia stato trasmesso dopo Catania-Livorno? Con quale logica si è totalmente sorvolato sull’incontro che ha visto il neo-Sassuolo di Malesani e l’Hellas Verona, dato che comunque è stato lo scontro che ha consolidato la posizione Uefa in solitaria della squadra veneta.

Hanno parlato di tutto fuorché di quello, anzi lo hanno fatto alle ore 00.46. Nessuna teoria del complotto per carità ma di razzismo mediatico quello si.

Tornando al calcio giocato, è sempre più sconfortante constatare la mediocrità delle avversarie della Juventus. Non si può parlare infatti solamente del gran gioco e della forza della squadra di Conte, perché chi la sfida come ha fatto l’Inter…

Alla fine dell’incontro se fossi stato nei panni di Mazzari mi sarei prontamente dimesso e forse per un secondo lo ha pensato anche lui. Poi però una domanda mi ha balenato nella testa: ma per dimettersi da allenatore dell’Inter a chi bisogna rivolgersi?

E’ chiaro che le colpe dell’allenatore sono minime, anzi a inizio campionato con il suo arrivo e l’entusiasmo, qualche risultato si stava ottenendo. Poi però in modo inesorabile è arrivata la realtà dei fatti: questa rosa è mediocre e l’arrivo di Hernanes non può che essere un palliativo.

Se il migliore in campo è stato Rolando (no, non quello di Aldo del trio), dove possono andare i Nerazzurri?

Qui serve una ricostruzione mirata e non fatta solo di nomi altisonanti. a livello di rosa ma anche dirigenziale. Forse aveva ragione Mourinho quando sosteneva che le fortune dell’Inter dipendevano molto dalle capacità di Oriali. Un nome a cui se fossi Thohir penserei immediatamente.

Un’ultima riflessione la merita il Sassuolo, nulla contro la squadra in particolare ma si tratta semplicemente dell’esempio lampante della atrocità del mercato di riparazione. Oltre che della mancanza di programmazione.

Come si può rivoluzionare la squadra, sostituire l’allenatore neppure con una prima scelta e sperare nel miracolo?

Tutto questo significa una gestione scellerata e priva di qualunque idea… Ma non di progetto, vi prego. Quella parola andrebbe abolita.

Mattia Cagalli

[04/03/2014]

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