“Non indietreggeremo di un passo e i presidi proseguiranno fino a che il Governo, qualsiasi esso sia, non prenderà in considerazione le nostre proposte. Trattare col Governo non vuol dire vendersi”.
Queste le parole di Mariano Ferro, leader assieme a Lucio Chiavegato dell’ala moderata del movimento dei Forconi, pronunciate durante una conferenza stampa a Soave (Verona), uno dei
presidi simbolo della protesta.
In un documento predisposto viene chiesto: la sospensione delle procedure esecutive di qualsiasi origine; l’istituzione di un fondo di garanzia per le aziende di tutti i
settori produttivi, l’aumento in busta paga per i dipendenti privati di 300 euro.
Il movimento attenderà una risposta ancora per 20 giorni, dopodichè “saremo “legittimati a prendere qualsiasi iniziativa, compresi i presidi davanti alle sedi delle Agenzie delle Entrate, di Equitalia, delle banche ecc”.
Tra gli obiettivi del Comitato, che sta dialogando con altri movimenti, coinvolgere i sindaci in Italia per, tra l’altro, contrastare la Tares “così come vuole, introdurla il Governo”.
Redazione
[06/01/2014]
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