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Premio Nazionale di Poesia, Menzione d’Onore a Andreina Corso

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Con grande soddisfazione per La Voce di Venezia, segnaliamo che la nostra Andreina, già curatrice della rubrica quotidiana “Il Verbo del Giorno” sulle nostre pagine, è stata premiata con la “Menzione d’Onore” al Premio Nazionale di Poesia per la sua opera “Gli occhi del Carcere”.

Ad Andreina Corso le felicitazioni e i complimenti di tutto lo staff per aver saputo, ancora una volta, con la sua osservazione attenta, sensibilità e umanità, toccare le corde profonde dell’animo che troppo spesso vengono zittite.

Qui sotto, l’opera che ha vinto la Menzione.

premio nazionale poesia menzione andreina corso

Dal Carcere Maschile Santa Maria Maggiore di Venezia

“Gli Occhi del Carcere” di Andreina Corso

Gli occhi indagano.

Capelli bianchi

capelli bianchi
misti di cenere e fumo
occhi stempiati
dalle tue ciglia offese
mani nodose
di calmo eterno tremore.

Capelli corti

capelli corti
di lame affilate
mi dicono tutto
sulle tue mani gelate.

E adesso

e adesso mi guardi come se fossi pioggia
scrosci pensieri di lunga memoria
sgretoli il sale di muta vittoria
sciogli il dolore
e rammendi la storia

Ora

ora che il tempo ti stringe la gola
mastichi giorni da calpestare
e ti chiedi perché
ti sto a guardare

Ho visto

ho visto il mio occhio
che entra nel tuo
e subito fugge
a chiuderlo a chiave

Dimmi

dimmi perché l’ombra
si posa adagio sugli occhi
del cane umiliato
dimmi perché le sbarre circondano
il sonno randagio.

Filastrocca della galera

Agenti di custodia,custodia per agenti
Gabbia plasticata, serratura metallizzata
Angeli custodi, custodi di angeli
Angeli di custodi.
Animali feriti, diavoli incustoditi
Custodia per occhiali, occhi di fanali
Copie di fantasmi, fantasmi in copia
Spettri di custodi
Custodi del palazzo
Il principe pazzo è dentro il palazzo
La cella è sorella, l’agente non sente
Non ode la mente, la mente del niente
La voce e il serpente che prende la gola
Formica di gesso
Una specie di cesso là dentro la cella
La cella sorella
La sbarra scommette
Scommette la sballa
La mano traballa
La pecora e la stalla
La stalla e l’agnello
La senti fratello la mucca che balla
La mia filastrocca con le chiavi in bocca
La bocca della cella
Ti azzanna e sbudella
Ti mostra la divisa
Tu crepi dalle risa
La bocca si disseta sei giunto alla meta
E ancora la divisa
Ti mostra le sue carte
C’è scritto di tacere
O di giocare a carte
Ti ha detto ti è concesso di andare al cesso
Il cesso che è di tutti
Onesti e farabutti
Dentro la tua cella
Che adesso si ribella
Le chiavi son lontano
E ridon dalla mano

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