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PREMIO CAMPIELLO | PAROLA AI MAGNIFICI CINQUE

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NOTIZIE VENEZIA | Nella cornice di Palazzo Franchetti, sede dell'Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, in una Venezia uggiosa, si è tenuta ieri la presentazione dei cinque finalisti alla 51esima edizione del Premio Campiello.
Moderati dalla giornalista Rai Maria Pia Zorzi, i cinque autori (meno uno in quanto Ugo Riccarell era assente per problemi di salute) Fabio Stassi, Giovanni Cocco, Valerio Magrelli, Beatrice Masini, hanno presentato ad un pubblico, meno folto del solito, le proprie opere.
Ad introdurre le “chiacchierate con gli autori” alcuni interventi, come quello dell'Assessore alla cultura AngelaVettese. “In un paese in crisi – ha dichiarato – è bello resistano momenti di qualità . Meno male che Campiello c'è e tiene viva l'attenzione sulla nostra lingua”.
A seguire ha parlato il nuovo Presidente della Fondazione Campiello e di Confindustria, Roberto Zuccato: “Leggere è uno dei mattoni per costruire una società  – ha commentato – un paese che non investe nella cultura non ha futuro”.
L'ultima introduzione, infine, è stata fatta da Piero Luxardo, presidente del Comitato di Gestione, che ha parlato di “Liturgia del premio”.

Un insieme di riti, ma meglio ancora di momenti di aggregazione in giro per l'Italia che vedranno gli autori presentare le opere da nord a sud partendo da Venezia, passando per Milano e Palermo, fino a tornare, nella sera del 7 Settembre, con la Premiazione alla Fenice di nuovo a Venezia.
Il ponte confidenziale tra autori e lettori, come è stato chiamato questo incontro e quelli successivi, ha inizio con la presentazione, in rigoroso ordine alfabetico, degli autori e dei loro libri.

Giovanni Cocco 36enne di Como che con il suo “La Caduta” edito dalla casa editrice indipendente Nutrimenti, ha deciso di parlare della crisi a 360° partendo dalla sua origine. “Anche la narrativa può provare strade nuove e raccontare il mondo intero, non solo il dettaglio delle province”. La sua è stata una voglia di raccontare quello che nessuno raccontava, dove il suo libro diventa la visione simbolica dei cinque libri della Bibbia.

Il pluripremiato Valerio Magrelli, classe 1957 di Roma, porta al Premio la biografia del papà  dal titolo “Geologia di un padre” edito da Einaudi. Egli ha voluto, con questo libro, raccontare la vita del genitore e concentrarsi sulla figura del padre e come essa negli anni sia cambiata quasi “femminilizzandosi”. Un parallelo tra generazioni, che narra cosa voglia dire essere padre due volte in maniera simmetrica: da padre del padre, a padre del proprio figlio.

L'unica donna in gara è Beatrice Masini, famosa autrice di libri per bambini e ragazzi, che si confronta con il suo primo racconto per adulti: “Tentativi di botanica degli affetti” (Bompiani), dove, in un libro ambientato nei primi dell'800, una ragazza, Bianca Pietra, esperta botanica, diviene ospite di un poeta famoso: don Titta. Qui incontra una servetta, Pia, orfana e per la quale Bianca, come una detective, vorrà  scoprire le origini. Inizialmente il titolo dell'opera doveva essere solamente “La botanica degli affetti”, poi si è voluto aggiungere la parola “tentativi” per far capire il modo di approssimarsi al mondo da parte della protagonista.

L'ultimo a parlare è stato Fabio Stassi, bibliotecario di origine siciliane residente a Viterbo, con il suo “L'ultimo ballo di Charlot” edito da Sellerio. Chaplin ultra ottantenne, la notte di Natale, viene visitato dalla Morte che gli dichiara che è giunta la sua ora, ma avendo ancora un figlio piccolo l'attore decide di fare con lei un patto: se riuscirà  a farla ridere avrà  guadagnato del tempo extra. E proprio in questo tempo che gli rimane scriverà  una lettera al figlio raccontandogli la sua storia. Stassi ha invitato il lettore a leggere il proprio libro come se si sedesse in un circo e si lasciasse trasportare da questa favola per adulti, accettando le stranezze, esattamente come si farebbe dentro un tendone.

Dopo la lettura di alcuni brani degli autori presenti è venuto il momento, attraverso un contributo video, di conoscere anche il quinto libro in gara: “L'amore graffia il mondo” di Ugo Riccarelli, Mondadori Editore. In una proiezione commovente che ha mostrato immagini della propria madre, l'autore racconta di come la sua opera parli della donna, della sua capacità  di sacrificarsi per chi ama, ma che parallelamente cerca di realizzare se stessa. La protagonista, dice, è un eroina della quotidianità  e comprende quanto l'amore costi e quanto si possa essere impotenti davanti alla malattia. Il gentil sesso, ha continuato, conosce bene quanto il sentimento d'amore possa graffiare la pelle, proprio perché sono loro a dare la vita.

A conclusione della chiacchierata è stato chiesto ai presenti cosa significa per loro essere tra i cinque finalisti e se per alcuni è “qualcosa di speciale”, come per la Masini, o “una festa”, come per Magrelli. Per altri, come Cocco e Stassi, è una sorta di rivincita. Per il primo per quanto riguarda la casa editrice che, essendo indipendente, appare per la prima volta nella cinquina dei finalisti, per il secondo verso la maestra che, mettendolo in piedi sulla sedia diceva a tutti gli alunni: “Non si dice stassi, ma stessi”.

Sara Prian
[redazione@lavocedivenezia.it]

Riproduzione Vietata
[26/06/2013]


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