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Prandelli risponde a Rossi: Glielo avevo detto, tu non sei tra i 23

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Prandelli risponde a Rossi

Cesare Prandelli risponde a Rossi. Il ct, normalmente calmo e ponderato, perde le staffe e leggere le critiche che gli sono arrivate da Giuseppe Rossi, che gli contesta, in buona sostanza, di averlo escluso dalla Nazionale per futili motivi.

Ora Rossi è negli Stati Uniti, ma il messaggio gli arriverà ugualmente : «Certe parole non me le aspettavo. Non voglio dare giudizi, ma sono costretto a chiarire la successione dei fatti. Ho incontrato Rossi il 7 maggio alle sei del pomeriggio a Coverciano. Volevo avvisarlo che, considerati i pochi minuti giocati, lo avrei tenuto fuori dalla lista dei trenta. Parlando con lui ho capito che aveva dentro qualcosa di bello, una forza interiore straordinaria. Giuseppe mi ha detto: mister la sorprenderò. E ho pensato che portarlo in nazionale sarebbe stato un bel messaggio per tutti, una favola da raccontare. Ma glielo ho detto e ripetuto: guarda, non sei tra i 23».

Prandelli non avrebbe voluto replicare a Rossi, ma poi ha visto quei tre tweet e si è sentito di raccontare la sua verità: «Il primo giorno del ritiro ho dichiarato: qualsiasi cosa succederà, Pepito ha già vinto». Questo doveva essere lo spirito dell’avventura. E invece: «Invece mi meraviglio di chi si meraviglia…». Prandelli ha confermato che l’esame londinese dell’attaccante della Fiorentina non è andato secondo le attese: «Aveva lavorato bene, ma non tutti i test erano positivi. Così, prima della partita, l’ho preso da parte e gli ho parlato con franchezza: guarda che contro l’Irlanda voglio vedere i gesti giusti, un attaccante che fa l’attaccante e non le giocate lontane dall’area, quasi da centrocampista, in cui peraltro è bravissimo. Ho anche tolto Immobile perché credevo che fosse una questione di ruolo. Ma non ho visto ciò che volevo vedere. E allora ho detto a Rossi che non aveva completato il percorso. Ho fatto una scelta di responsabilità nei confronti del giocatore, della Fiorentina che ha fatto un investimento e dei tifosi viola. Il rischio era troppo grande. Sarebbe stato facile convocarlo».

Prandelli ha scelto con la responsabilità dell’allenatore, per quanto le critiche di Rossi contestino proprio i dati di quei test andati male: «Si vadano a vedere i test di tutti…». E il Pepito ha anche avuto l’appoggio di molti, tifosi viola e non.
«È giusto che la gente si divida e difenda il proprio idolo. So che qualunque scelta di un allenatore è quella sbagliata». Ma le accuse di Pepito lo hanno ferito, una coltellata che non si aspettava. «Internet è una risorsa meravigliosa, ma una semplice frase può muovere le masse. Credo che affidarsi ai social sia una forma di solitudine». Così è arrivata la delusione: «Lo sono sempre quando non riscontro correttezza». Ma dentro è forte, perché ha agito in piena coscienza. «Diego Della Valle, durante Calciopoli, aveva riproposto uno slogan che diceva sempre suo nonno: male non fare, paura non avere. Alla Fiorentina abbiamo anche indossato una maglietta con quella frase, che ancora tengo bene a mente. Ho fatto una scelta senza fare male a nessuno».

Ma sullo sfondo della querelle con il giocatore c’è un’altra questione ad urtare Prandelli.
Mattia Destro ha agitato le acque dell’introspezione, il gran rifiuto del romanista è stato un evento eccezionale.
«Anche con Destro sono stato molto chiaro. Gli ho spiegato che non mi servivano tre punte centrali e gli ho chiesto la disponibilità a venire in Brasile come riserva. Lui mi ha risposto: ci penso. Il giorno dopo l’ho incontrato con Gabriele Pin e gli ho comunicato la decisione, chiedendogli: hai qualcosa da dire? Lui mi ha detto di no. Allora ho replicato: lasciami la mail che ti invio il programma di lavoro perché devi essere disponibile sino alla vigilia della prima partita (per la cronaca tutti gli esclusi hanno ricevuto i compiti da fare a casa ndr ). Questo va bene, mi ha risposto». Poi, il gran rifiuto.

Roberto Dal Maschio

[04/06/2014]

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