Cesare Prandelli si trova a combattere su più fronti, oltre che su quelli calcistici anche su quelli della polemica con Conte per la convocazione di Chiellini e con la Roma per l’esclusione di De Rossi.
Chi deve giudicare il c.t. per quello che vede e sente ora, parla di un Prandelli meno filosofo, meno diplomatico e più diretto, duro. Qualcuno parla addirittura di forza che deriva da una promessa di riconferma a prescindere. Vedremo.
«Non devo ribadire il mio stato d’animo. Sono stato chiaro, non aggressivo. Dispiace perché sprechiamo energie in questioni inutili. Come mi sono sentito? Svuotato da tutte queste polemiche».
Conte non ha chiamato. Matteo Renzi, il premier, suo amico, chiamerà sicuramente. Intanto, la partita con la Spagna ci farà sapere a che punto è la nazionale nel viaggio verso Rio: «Se vinciamo ci considereranno già in semifinale, se perdiamo inizieranno i processi e i discorsi catastrofistici», dice sconsolato il c.t. .
Tuttavia vi è un discreto ottimismo nell’ambiente che accompagna discreta fiducia, mentre martedì toccherà invece a Seedorf prolungare questo match contro la Spagna cercando di ribaltare l’ingiusta sconfitta di San Siro nella tana del lupo, contro l’Atletico, in una partita senza appello.
Roberto Dal Maschio
[05/03/2014]
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