Il Ponte della Costituzione (noto come Ponte di Calatrava) dorme sonni inquieti. Due perizie della Corte dei Conti, una della procura della Repubblica, una del giudice civile Francesco Spaccasassi su richiesta del Comune di Venezia, una dell’Autorità di vigilanza dei lavori pubblici e una della stessa Ca’ Farsetti affidata al professore bolognese Massimo Majowiecki, ma ora un’altra, nuova, perizia studierà i costi del ponte.
Lo ha deciso il giudice Manuela Farini, titolare della causa intentata dalla Cignoni Srl — la ditta rodigina di Lendinara che ha vinto l’appalto e costruito il ponte — contro il Comune di Venezia. In ballo ci sono circa oltre 10 milioni di euro.
Responsabile della perizia sarà l’ingegnere trevigiano Armando Mammino, noto per essere stato dal 2002 al 2009 consulente del Consorzio Venezia Nuova per il Mose, ma anche noto per aver detto la celebre frase: «Se il Mose l’avessero fatto in Olanda ci avrebbero messo un terzo del tempo e sarebbe costato un terzo di quello che verrà a costare».
Il giudice Farini ha già acquisito le perizie precedenti dove risulterebbe che «per sopperire alle carenze presenti nel progetto esecutivo redatto dall’architetto Santiago Calatrava» il Comune ha dovuto spendere 464 mila euro.
Il quesito al consulente tecnico chiede di precisare ulteriormente alcuni punti di quella perizia e poi di «individuare (qualora vengano accertate le carenze progettuali, di validazione del progetto e di esecuzione dell’opera denunciate dalle parti) l’entità del rispettivo concorso di colpa».
Paolo Pradolin
[10/03/2014]
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