I turisti, da me fotografati a loro insaputa, non se ne abbiano a male e dimostrino coerentemente anche di fronte al fatto di essere stati immortalati in atteggiamenti riprovevoli e poco simpatici, di cui potersi vergognare. la medesima assenza di problemi e preoccupazioni implicita, del resto, nell’essersi resi protagonisti senza remora alcuna di tali atteggiamenti in pubblico, ben consapevoli, è da supporre, di esserlo.
Atteggiamenti a proposito dei quali mi permetterei di ricordare loro, qualora non ne fossero a conoscenza o le avessero dimenticate, talune regole non scritte di convivenza e convenienza, in ossequio alle quali è sempre buona norma non presentarci e comportarci indiscriminatamente allo stesso modo in ogni luogo e in ogni circostanza, ma tenere ben presente il contesto in cui ci si trova e a presentarci e comportarci doverosamente di conseguenza.
Sebbene infatti non sia scritto da nessuna parte su come abbigliarci e comportarci allorché visitiamo una città d’arte, va da sé tuttavia che commetteremmo il più grosso degli errori andandovi abbigliati come se ci recassimo in un’amena località balneare. E che, una volta sul posto, aggraveremmo ulteriormente le cose inoltre se stoltamente ci comportassimo come, anziché in una città d’arte, ci trovassimo in una amena località balneare
[20 gennaio 2011]
Enzo Pedrocco