Ricorderete come la riforma della previdenza Fornero avesse bloccato l’adeguamento all’inflazione delle pensioni superiori a tre volte il minimo per il biennio 2012-2013 (si parla di una pensione da 1.500-1.800 euro).
Il governo Letta ha colpito di nuovo lì: la legge di Stabilità contiene un nuovo blocco della perequazione, per tre anni, dal 2014 al 2016, questa volta per le pensioni superiori a sei volte il minimo, pari a 2.972,6 euro al mese.
Ma non sono solo le pensioni ‘ricche’ a pagare: la manovra colpisce, anche se in maniera più marginale, anche le pensioni di importo compreso fra 1486,3 euro e 2.972,6 euro, cioè a metà strada tra tre volte e sei volte il minimo.
Per queste ultime, infatti, l’adeguamento all’inflazione non sarà pieno, ma parziale. Per la precisione, la rivalutazione ai prezzi sarà garantita al 90% per i trattamenti complessivamente superiori a tre volte il minimo e pari o inferiori a quattro volte il minimo ( 1981,7 euro), «con riferimento all’importo complessivo dei trattamenti medesimi».
Sarà penalizzato quindi l’intero importo della pensione e non solo la parte eccedente tre volte il minimo. Stessa cosa per gli assegni di importo fra quattro e cinque volte il minimo, cioè 2.477,2 euro al mese, che saranno complessivamente indicizzati al 75%, e per le pensioni fra cinque e sei volte il minimo che saranno adeguate solo al 50% dell’andamento dei prezzi.
Paolo Pradolin
[22/10/2013]
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