“Nel giorno del Corpus Domini, con la processione eucaristica, siamo aiutati a reagire alle nostre quiescenze e alla nostra smemoratezza”.
Queste le parole oggi del Patriarca di Venezia mons. Francesco Moraglia nell’omelia in occasione della solennità del Corpus Domini.
“Questo giorno – ha aggiunto il Patriarca – vuol essere, da parte della comunità ecclesiale un’attenzione, una cura, un richiamo. La processione eucaristica, quindi, vuol andare incontro alla città e le sue periferie che, talvolta, iniziano sui gradini stessi del sagrato”.
In precedenza mons. Moraglia aveva ricordato che “dove è la Chiesa, si dà l’Eucaristia e dove non c’è la Chiesa non c’è Eucaristia. Tra Eucaristia e Chiesa vi è dunque un rapporto strettissimo e reale, un rapporto sul quale dobbiamo riflettere per non svuotare l’Eucaristia, rendendola un puro gesto umano consegnato solo – ed è troppo poco – all’autenticità o emotività della persona e della comunità”.
“Nessuna nostra infedeltà – ha ancora sottolineato l’alto prelato – può deprimerci fino alla disperazione perché, nell’Eucaristia, ci è dato Gesù ‘vivo e vero’, fonte inesauribile della riconciliazione e del perdono”.
Redazione
[23/06/2014]
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