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Passano con il rosso, anzi no, pioggia di multe ai residenti dal Velocar

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In due settimane ne hanno “beccati” una ventina. Ma in totale le multe elevate dal Velocar di Campalto, il nuovo sistema di rilevazione installato semaforica all'incrocio tra via Orlanda e via Gobbi a Campalto, sono state un'ottantina e per la maggior parte hanno colpito residenti nella zona. I cittadini, però, non ci stanno e hanno deciso di affidarsi direttamente ad Adico Associazione Difesa Consumatori per ricorrere contro le multe. Secondo quanto accertato dalla stessa associazione parlando con i “trasgressori”, tutte queste persone in realtà  con il rosso si sono fermate, ma per sfortuna loro hanno oltrepassato – magari di pochi centimetri – la riga bianca dello stop con le ruote anteriori facendo così scattare il sistema di rilevazione. E su questa e altre motivazioni l’ufficio legale di Adico ha impostato i ricorsi al Giudice di Pace. Una procedura che va velocizzata visto che per il ricorso sono disponibili solamente 30 giorni dalla notifica della contravvenzione.
 
I cardini del ricorso contro le contravvenzioni elaborato dagli avvocati dell’Associazione si fondano su questi punti: scarsa informazione da parte del Comune e degli organi preposti – polizia municipale in primis – ai cittadini; assenza della volontà  di commettere l’infrazione amministrativa contestata (cioè il passare con il rosso); buona fede degli automobilisti che anche in condizioni di scarsa visibilità  del semaforo (a causa dei mezzi parcheggiati a bordo strada) si arrestano allo stop; linea di arresto arretrata di ben 4 metri da quando è stato installato il Velocar; eccesso di zelo da parte degli agenti rilevatori in confronto alla mancanza di dolo e colpa degli automobilisti.
«A nostro avviso si tratta di sanzioni profondamente ingiuste, non è stata fatta adeguata informazione sull’installazione e sul funzionamento del Velocar e nei ricorsi spieghiamo come il conducente abbia tenuto un comportamento diligente e prudente, a prescindere da quanto si vede nei rilievi fotografici – spiega il legale di Adico, Andrea Campi – ed è importante contestare anche perché  al costo di 55,60 euro va aggiunta la decurtazione di 2 punti dalla patente di chi era alla guida: e si rischia di pagare in più una sanzione di ben 280 euro se non si ha la prontezza di comunicare ai vigili il nominativo. Oltre tutto la normativa in materia cambia continuamente e ora ci sono solo 30 giorni di tempo, contro i 60 di una volta, per avanzare ricorso davanti al Giudice di Pace: invitiamo quindi i cittadini a controllare la data di notifica della multa e a venire all’Adico prima possibile, naturalmente senza pagarla, per avviare il ricorso». Importante anche recarsi prima al comando della municipale in via Cappuccina, a Mestre, per chiedere copia della foto che attesta l’infrazione: da quella infatti si evince facilmente se il veicolo è effettivamente transitato con semaforo rosso o se l’auto si è fermata solo poco oltre la riga, quindi in condizioni di sicurezza.
 

Un sistema che l’Adico Associazione Difesa Consumatori contesta nella sua interezza: «Così come accaduto con gli autovelox di via Orlanda e sul ponte della Libertà  o con le Ztl a Mestre centro, la vicenda Velocar dimostra ancora una volta come il Comune di Venezia, spiace dirlo, utilizzi malamente la tecnologia non per fare prevenzione e deterrenza ma per far semplicemente cassa – affonda il presidente Carlo Garofolini – siamo felici di poter assistere i cittadini che si trovano in difficoltà  e di cercare giustizia denunciando questi soprusi, ma troviamo avvilente che persone assolutamente in buona fede, che rispettano le regole del codice della strada e che in questo caso hanno solo sbagliato, essendo state tratte in inganno, di qualche centimetro si trovino a dover pagare o a doversi sobbarcare il costo, pur calmierato, e lo stress di un ricorso per un’infrazione che di fatto non hanno commesso. E se è vero che la legge non ammette ignoranza – conclude Garofolini – è anche vero che la pubblica amministrazione dovrebbe dare adeguata informazione, cosa che nemmeno in questo caso è stata fatta».
 
[13 Gennaio 2012]

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