Papa Francesco si è fatto sentire al consesso del G20 attraverso una lettera indirizzata a Vladimir Putin diffusa ai grandi della Terra, a cominciare da Obama.
«Duole constatare che troppi interessi di parte hanno prevalso da quando è iniziato il conflitto siriano, impedendo di trovare una soluzione che evitasse l’inutile massacro a cui stiamo assistendo».
Lo stile diplomatico non mette a fuoco il responsabile o i responsabili dell'escalation di tensione in Siria, ma Bergoglio ammonisce comunque sulla strada da prendere: «l’incontro di San Pietroburgo non potrà fare a meno di riflettere sulla situazione in Medio Oriente e in particolare in Siria» per questo Papa Francesco rivolge un «sentito appello» perchéi leader «abbandonino ogni vana pretesa di una soluzione militare» e «non rimangano inerti di fronte ai drammi che vive già da troppo tempo la cara popolazione siriana e che rischiano di portare nuove sofferenze alla regione», tornando a invocare «una soluzione pacifica attraverso il dialogo e il negoziato tra le parti, con il sostegno concorde della comunità internazionale».
Papa Francesco si era occupato della situazione in Siria fin dall’Angelus di domenica scorsa – «guerra chiama guerra, violenza chiama violenza, mai più la guerra!» rivolgendo un appello alle altre religioni e a «tutti gli uomini di buona volontà », con la giornata planetaria «di digiuno e preghiera» per la pace indetta per domani e la veglia che dalle 19 guiderà a San Pietro.
Paolo Pradolin
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[06/09/2013]