E’ allarme a Padova, al centro di una raffica di rapine, furti e violenze con spaccate di vetrine e senza. Le vetrate mandate in frantumi sono state sei in una notte, per contro negli ultimi giorni, otto delinquenti recidivi su nove, tra ladri e spacciatori, hanno rimediato l’ennesima denuncia a piede libero invece del carcere.
E’ finito dietro le sbarre solo un pusher, perchè ha accumulato pene per oltre tre anni. In compenso, un romeno 30enne arrestato dai vigili due volte in cinque giorni per aver rubato prima sei e poi sette paia di jeans da un negozio, appena rimesso di nuovo in libertà, ha sfottuto gli agenti. «Cambierò negozio», ha detto, tornando uccel di bosco.
Lo racconta, arrabbiato, il sindaco Ivo Rossi: «L’arresto non è stato convalidato. In questo Paese le leggi vengono rispettate solo da chi vuole farlo, gli altri le violano bellamente perchè tanto sanno che in caso contrario non succederà loro niente. E’ una realtà drammatica e intollerabile, come la fermi questa gente? I cittadini pretendono dal sindaco sicurezza ma io non so a che Santo votarmi per garantirla, se anche gli spacciatori mezz’ora dopo l’arresto sono di nuovo fuori. Ci vuole un atto di responsabilità da parte dei parlamentari e dei ministri dell’Interno e della Giustizia, che devono porre il problema come emergenza prioritaria, insieme a quella del lavoro — insiste Rossi —. Siamo arrivati alla beffa: i predoni stranieri quando decidono dove colpire scelgono l’Italia, perchè sanno che non rischiano niente. E’ insopportabile, c’è un cortocircuito tra sicurezza e giustizia, ma in attesa di leggi più rigide non possiamo arrenderci».
Redazione
[25/03/2014]
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