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Orsoni, Galan e Chisso nella maxiretata per le tangenti del Mose

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Come un grande paravento dietro il quale avvenivano operazioni illecite per milioni di euro. E’ dietro il Mose che si spostavano soldi in nero e riciclaggi, ed ora i suoi protagonisti sono accusati di corruzione, concussione, riciclaggio, finanziamento illecito.

La maxi inchiesta ha portato all’arresto di 35 persone, tra cui alcuni degli esponenti politici più in vista del veneziano come il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni del Pd (ai domiciliari), l’assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso di Forza Italia, e la richiesta di arresto per l’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan, ora deputato di Forza Italia e accusato di aver ricevuto 200 mila euro dalla ditta Mantovani. La posizione di Galan sarà vagliata quindi da una apposita commissione parlamentare.

Sono stati sequestrati circa 40 milioni di euro tra imbarcazioni, appartamenti e altri beni. Il sindaco Orsoni sarebbe accusato di finanziamento illecito ai partiti per la sua campagna elettorale.

È Claudia Minutillo, l’ex segretaria e braccio destro di Giancarlo Galan, a rivelare i particolari del sistema corruttivo che coinvolgeva anche l’allora presidente del Veneto. Minutillo avrebbe confermato, come si legge nell’ordinanza, la partecipazione di Galan e dell’assessore Renato Chisso.

Giri di denaro per “agevolare il Gruppo Mantovani nella presentazione e nell’iter burocratico relativi ai project financing che le società del gruppo Serenissima Holding presentavano in Regione”. E sempre nell’ordinanza si legge di una sorta di “stipendio” annuo a favore di Giancarlo Galan e Renato Chisso. Per il primo di circa un milione di euro. Meno per Chisso che avrebbe preso tra i 200mila e i 250mila euro, dalla fine degli anni ’90, si legge nell’ordinanza, fino ai primi del 2013.

Fra le contestazioni a Galan ci sarebbe anche il pagamento della ristrutturazione della propria villa di Cinto Euganeo, nel Padovano. Fatture false dove a pagare per la ristrutturazione sarebbe stata la Mantovani: 1.100.000 euro.

Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni avrebbe invece ricevuto 110mila euro per la sua campagna elettorale del 2010. E’ questa l’accusa nei suoi confronti da parte della procura di Venezia che lo ha portato agli arresti domiciliari.

I nomi coinvolti nell’inchiesta:
Giovanni Artico (ex commissario straordinario per il recupero territoriale e ambientale di Porto Marghera e collaboratore di Renato Chisso), Stefano Boscolo «Bacheto»(anziano titolare della Cooperativa San Martino di Chioggia specializzata nei lavori subacquei), Gianfranco Contadin detto Flavio (direttore tecnico della Nuova Co.ed.mar.),Maria Teresa Brotto (ex Ad della società di ricerca ingegneristica Thetis, e ora nel consorzio Venezia Nuova),Enzo Casarin (capo della segreteria di Chisso, ex sindaco di Martellago), Gino Chiarini, Renato Chisso (Assessore regionale alla mobilità e trasporti), Patrizio Cuccioletta (ex Magistrato alle Acque), Luigi Dal Borgo, Giuseppe Fasiol(vice di Vernizzi a Veneto Strade), Giancarlo Galan (ex governatore del Veneto, ex ministro alla Cultura e attuale deputato), Francesco Giordano, Vincenzo Manganaro,Manuele Marazzi, Giampietro Marchese (Consigliere regionale del Pd), Alessandro Mazzi (vice presidente del consiglio direttivo del Consorzio Venezia Nuova e presidente della Mazzi Scarl e della Grandi Lavori Fincosit),Roberto Meneguzzo, Franco Morbiolo, Luciano Neri, Maria Giovanna Piva (ex Magistrato alle acque), Emilio Spaziante(generale della Guardia di Finanza), Federico Sutto(dipendente Consorzio Venezia Nuova), Stefano Tomarelli(componente consiglio direttivo Consorzio Venezia Nuova e presidente del consiglio del Consorzio ItalVenezia e consigliere della società italiana Condotte d’Acquea Spa),Paolo Venuti.

Ai domiciliari: Lino Brentan, Alessandro Cicero, Corrado Crialese, Nicola Falconi, Vittorio Giuseppone, Dario Lugato, Giorgio Orsoni, Andrea Rismondo, Lia Sartori (europarlamentare per un altro mese), Danilo Turato.

Redazione

[04/06/2014]

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