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Orsoni al Gip: “A me hanno chiesto di fare il sindaco… non posso minimamente aver fatto azioni del genere”

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Orsoni al Gip

Giorgio Orsoni rimarca la sua innocenza e l’ha confermata anche al Gip: lui con la ‘cricca’ politico-affaristica dei fondi del Mose non ha nulla a che fare. “A me hanno chiesto di fare il sindaco, sono un uomo prestato alla politica che non può minimamente fare azioni del genere” dice davanti al dott. Alberto Scaramuzza.

“Sono assolutamente sereno e tranquillo perché non è passato un solo centesimo nelle mie mani e nelle mie tasche” scandisce davanti al magistrato che ha firmato l’ordinanza per i suoi arresti domiciliari per finanziamento illecito.

Il sindaco, sospeso dalla carica amministrativa in Comune, è giunto in aula bunker, a Mestre, alle 8.15 su un Audi A6 Sw con i vetri oscurati. A bordo anche i suoi avvocati di fiducia, Daniele Grasso e Maria Grazia Romeo. Fuori del piazzale dell’aula una folla di giornalisti, cineoperatori e fotografi.
Qualche dichiarazione l’ha rilasciata Grasso: “sono state fatte una serie di dichiarazioni molto lucide con le quali si è dichiarato estraneo ai fatti. Sono fiducioso, spero in una soluzione della vicenda giudiziaria in tempi rapidi”.

Secondo Grasso, il sindaco, “ha dichiarato che non riconosce alcun addebito di responsabilità” e annunciato che questo sarà dimostrato “attraverso una fase di indagini difensive e di integrazioni della documentazione della Procura”. “Sul ricorso al Tribunale del riesame – ha aggiunto Grasso – dobbiamo ancora decidere, abbiamo comunque una linea difensiva ma siamo in una fase di totale riservatezza”.
“Il sindaco è molto provato – ha concluso il legale -, come uomo delle istituzioni sta soffrendo tanto quanto soffre dal punto di vista umano ma anche molto deciso”.

Su Orsoni gravano la ricostruzione di una serie di fatture realizzate per creare del nero da parte di aziende del Consorzio. Il sindaco viene raccontato a fianco di Mazzacurati in momenti che paiono aver poco di istituzionale. I due, secondo gli atti, nella casa del sindaco a San Silvestro sul Canal Grande, si sono incontrati otto volte tra il maggio del 2010 e il giugno 2011. Una frequentazione che “non è spiegabile solo con rapporti di tipo istituzionale” ha scritto il Gip nell’ordinanza.

Infine, a confermare le accuse su Orsoni, oltre a Mazzacurati, anche l’ex presidente della Mantovani Giorgio Baita. Ha raccontato ai giudici che il 17 settembre del 2013 fu lui a dare 50mila euro in nero per Orsoni, “a fronte di una richiesta di 89mila euro”. Ancora più “ampie”, le definisce il Gip, le dichiarazioni di Mazzacurati: il 31 luglio scorso ha affermato di aver dato ad Orsoni dai 400 ai 500mila euro. Di questi solo il 10% è riconducibile a contributi formalmente deliberati della società consorziate, mentre il 90% erano fondi neri, ha detto Mazzacurati.

Redazione

[07/06/2014]

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