I nuovi orari Actv a Venezia si possono definire approvati. Le linee chiamate ‘Giracittà’ avranno le nuove tabelle per un periodo di sperimentazione di quattro mesi, vale a dire dal 10 febbraio al 10 giugno, poi si vedrà. L’impressione è che si tratti di una di quelle cose ‘provvisorie’ all’italiana… un’impressione soprattutto dovuta al fatto che la nuova programmazione prende il via nonostante il coro di pareri negativi e contrari.
Tra i contrari ci stanno un po’ tutti: albergatori, commercianti, residenti e le Rsu di Actv, che hanno annunciato battaglia.
Ma Actv tira dritto e fa ‘avanti tutta’: «I cambiamenti fanno paura, sono visti come un disservizio, invece vanno visti come uno sforzo per migliorare il servizio», dice il presidente Luca Scalabrin.
I nuovo orari Actv, come noto, porteranno una rivoluzione nelle abitudini e nel ‘retaggio mentale’ dell’uso del ‘battello’.
I Giracittà saranno i mezzi le cui corse hanno le modifiche più sostanziali.
4.1, 4.2, 5.1, 5.2, hanno orari divisi in due fasce: ‘morbida’ e ‘di punta’. La fascia ‘morbida’, come ormai noto, perde una corsa all’ora, facendo slittare il passaggio del motoscafo a uno ogni 30 minuti.
Actv ha definito le ‘fasce di punta’ dalle 6 alle 10, dalle 12.30 alle 15, e dalle 16.30 alle 20.
Nella ‘fascia di punta’ una corsa viene aggiunta. La linea 6 viene estesa ai giorni festivi, diventa di quattro minuti più veloce saltando le fermate di Santo Spirito e San Basilio. Poi, una volta a Piazzale Roma si trasforma in linea 3.
La 5.2 dal Lido arriverà all’Ospedale Civile fino a mezzanotte e mezza, mentre la 3 andrà avanti fino alle 19.20.
Tra quattro mesi si tireranno le somme. Dice Bergamo: «Verificheremo, ma per garantire la puntualità potremmo essere costretti a tagliare alcune fermate, come quella di San Pietro di Castello».
E dalle prime reazioni è possibile dire che, se fosse vero, l’assessore deve prepararsi ad essere preso a calci politicamente dal suo elettorato di Castello alla prima verifica. Si tratta del sestiere più popolato da residenti in cui è proporzionalmente crescente la percezione di abbandono di istituzioni e servizi.
Francesca Chiozzotto
[18/01/2014]
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