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Nuovi libri da leggere: ‘Rosso Veneziano’, Venezia si tinge di intrighi

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Un po’ “Vetro” di Giuseppe Furno con il quale condivide le atmosfere umide, grige e nebbiose di una Venezia autunnale/invernale, un po’ “Inferno” di Dan Brown nella tematica della purificazione. Questo è “Rosso Veneziano” di Guido Sgardoli, un thriller dalle tinte noir che tiene incollato il lettore ad una realtà affascinante e sospesa.

Siamo a Venezia nel 1509. Durante il Carnevale Zorzo Cigna, conosciuto da tutti come Giorgione, è svegliato in piena notte dalla notizia della morte del suo amico fra’ Placidio rimasto vittima di un incendio che ha colpito l’ospedale nella zona di San Giovanni e Paolo. Arrivato sul posto, però, qualcosa sembra non tornare: a Zorzo l’incendio sembra doloso e la morte del frate un omicidio. Il famoso pittore inizierà così un’indagine personale quando altri incendi inizieranno ad attaccare Venezia.

Sgardoli ci regala un ritratto inedito, a tratti malinconico, segreto, ma anche violento della Venezia rinascimentale dove i protagonisti, pur essendo personaggi storici, riprendono qui la loro condizione più umana e terrena. Difficilmente, infatti, leggeremo Giorgione, ma Zorzo questo permette allo scrittore di riportare il proprio protagonista tra il popolo, trattandolo come uno di noi: prima viene Zorzo uomo, poi l’artista che tutti abbiamo studiato sui libri di scuola.

Nonostante l’identità di chi viene definito il “Malnato” sia facile da comprendere, questo non toglie per niente gusto ad un libro convincente e coinvolgente, dove i personaggi principali, ma anche quelli secondari, prendono vita a tutto tondo, permettendo un’immersione completa nella storia.

Le vicende si costruiscono nella nostra mente come sequenze di un film. Ogni azione viene descritta in maniera talmente viva e pulsante da portare il lettore a respirare tra quelle calli, palazzi e campi come un voyeur; come se stesse assistendo ad un’ottima messa in scena teatrale più che di un libro.

L’empatia che si prova per Zorzo è praticamente immediata, le sue tribolazioni sono facilmente riconducibili anche alla nostra epoca e il lettore, pur conoscendo più elementi dello stesso protagonista grazie all’uso della terza persona, si ritrova a voler indagare accanto a Zorzo per portare a galla una verità che sta soffocando la Serenissima.

Anche se siamo agli inizi del ‘500, “Rosso Veneziano” radica profondamente alcune delle sue tematiche anche nell’attualità. Sgardoli, infatti, si immagina una Venezia che, come ora, si vuole proporre a capitale dell’arte e della cultura e che vive e rivive attraverso le voci dei suoi artisti e mecenati.

Ed è così che la città lagunare con le sue calli strette e i vicoli bui si pone come cornice perfetta, soffocante e umida, ma allo stesso tempo pulsante di creatività, per questo thriller da leggere tutto d’un fiato.

Sara Prian

[17/11/2013]

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