[30/09] Circa il 20% dei consumatori di alcool veneti è a rischio quando si mette alla guida o si accinge ad un lavoro impegnativo. Sono persone che bevono tutti i giorni più di tre unità alcoliche (ad esempio tre birre), che hanno l’abitudine di farlo fuori pasto, o che assumono sei o più unità alcoliche in una sola volta.
Il dato è emerso oggi alla Gran Guardia di Verona dove, alla presenza dell’assessore regionale alla sanità Sandro Sandri, si è venuta la manifestazione conclusiva di "Non lasciamoci con l’amaro in bocca", una campagna regionale di prevenzione per la sicurezza alla guida e sul lavoro che, con capofila Ullss 22 di Bussolengo, ha coinvolto i dipartimenti di prevenzione di tutte le Ullss venete nella realizzazione di progetti da condividere con Comuni, aziende, locali di vendita e supermercati, tutti mirati a sensibilizzare la gente alla moderazione nel bere in condizioni di potenziale rischio, principalmente alla guida o sul lavoro."Moderazione è la nostra parola d’ordine – ha tenuto a sottolineare Sandri – perché qui nessuno intende demonizzare né il buon bicchiere di vino, né chi lo apprezza. Bere nelle giuste quantità è un piacere e non fa certo male per cui il nostro obiettivo è stato quello di contribuire a creare una cultura del bere ed aiutare la gente a farlo nei tempi e nei modi giusti, senza esporre se stessi e gli altri a inutili rischi".
Concluso il progetto regionale con la formazione di 216 operatori dei distretti di prevenzione, la definizione di una vera e propria operazione di marketing sociale, il coinvolgimento di decine di Comuni e di centinaia di aziende e locali che hanno aderito, la campagna verrà ora capillarizzata sul territorio. Ciascuna delle ventuno Ullss venete ha infatti realizzato un proprio progetto specifico sulla base delle caratteristiche sociali ed economiche della sua area, la cui applicazione potrà durare anche fino al 2012.
Tra i materiali realizzati anche un regolo in cartoncino che consente ad una persona di sapere in pochi secondi qual è la propria soglia di rischio, basandosi sulla correlazione tra il sesso, il peso corporeo e la quantità di unità alcoliche assunte.
Tra le curiosità emerse oggi c’è l’imprevedibile "peso" dell’"ammazzacaffè": da un’indagine condotta da operatori dell’Ullss di Bussolengo all’esterno di alcune trattorie dell’area è emerso che la metà dei volontari sottoposti ad alcooltest sforava il limite di 0.5 proprio a causa dell’ "ultimo bicchierino".