Sullo scandalo delle corruzioni per il Mose ha parlato oggi Sergio Santoro, presidente dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavoro: “Nel 2007 abbiamo segnalato a Governo e Parlamento la criticità degli interventi per la laguna di Venezia in relazione a tempi e flussi finanziari che non erano stati rispettati e avrebbero compromesso l’esecuzione delle opere”.
“Il punto – secondo Santoro – è che la legge sul Mose è una legge antica, è dell’84, e contiene un coacervo di deroghe che sono ancora più gravi e più forti rispetto a quelle dell’Expo. Sono deroghe che attengono allo stesso affidamento dei lavori ed è qualcosa che incombe su Venezia da molti anni. Col consorzio Venezia nuova si fanno anche le ristrutturazioni dei canali. Sottrarre al mercato rilevanti fette di lavori è sicuramente una controindicazione, predispone alla corruzione. Se rimedio si vuole individuare – aggiunge – è non procedere con deroghe alla normativa, non sottrarre al mercato e alle gare gli appalti, salvo che non vi siano urgenze derivate da eventi climatici o fatti gravi”.
Redazione
[05/06/2014]
Riproduzione vietata