Dopo un breve periodo di malattia, all’età di 57 anni, il grande Carlo Mazzacurati se n’è andato. Il regista, vincitore di un Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia del 1994, con “Il Toro”, ha sempre scelto il Veneto e la città del Santo, come location dove ambientare le sue celebri pellicole.
Laureatosi al Dams di Bologna, nel 1979 realizzò il suo primo cortometraggio in 16 mm (I vagabondi), ma fu nel 1987 che grazie a Nanni Moretti e alla sua casa di produzione (la Sacher) esordì sul grande schermo con il film “Notte italiana”.
Nel ’96 consacrò Antonio Albanese come attore drammatico nel film “Vesna va veloce” e nei suoi film mise sempre al centro della storia uomini comuni, della provincia veneta e non, dandogli la giusta importanza.
Numerosi i film che ebbero molto successo di pubblico e critica, tra i quali: “La lingua del santo” (2000), “L’amore ritrovato” (2004) e “La giusta distanza” (2007).
Gli ultimi lavori sono “La Passione” (2010), presentata alla Mostra del Cinema di Venezia e “Sei Venezia” realizzata nello stesso anno, un documentario atipico, sei storie dedicate a sei personaggi veneziani.
Firmò assieme a Gabriele Salvatores ed Umberto Contarello (ora co-sceneggiatore di Sorrentino de “La Grande Bellezza”) la sceneggiatura di “Marrakech Express” (1989) ed affermando il suo forte legame con Bologna, nel 2011 divenne Presidente della Fondazione Cineteca.
Nel 2012 realizzò anche un documentario dedicato alla fondazione Medici con l’Africa Cuamm, intitolato “ Medici con l’Africa”. Nel novembre scorso, Paolo Virzì, direttore del Festival di Torino, gli consegnò il Gran Premio Torino per la carriera e durante quest’occasione presentò il suo ultimo film “La sedia della felicità”, che vedremo in sala questa primavera.
Alice Bianco
[23/01/2014]
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