Mario Monti ha trascorso il primo giorno dell'anno in famiglia. Contemporaneamente, sul sito che diffonde la sua Agenda per l' Italia è stato pubblicato un documento che costituisce la struttura del progetto politico del Professore. Nel documento si risponde ad alcune domande e soprattutto ad alcune critiche arrivate dalla sponda Bersani.
Si comincia definendo l'appuntamento delle Politiche cruciale per il Paese, evidenziando come scelte sbagliate farebbero scivolare gli italiani verso uno scenario di marginalità e isolamento sulla spinta dei populismi di destra e di sinistra.
Mario Monti chiarisce che il suo movimento nasce dall'unione tra l'associazionismo civico, e il contributo della politica più responsabile, che si tratta di un movimento, «popolare e riformista», a caccia di cittadini che si ritengono oggi senza rappresentanza. Tradotto: un movimento che si rivolge a quei cittadini che da tempo sono in cerca di una nuova offerta politica.
La posizione di Monti ha una collocazione europeista e – afferma – «la volontà di superare i vecchi schemi della politica del Novecento. Il vecchio schema politico che contrappone una destra conservatrice o liberista, impegnata a perseguire l'efficienza economica, a una sinistra progressista o statalista, che si illude di conservare l'equità rifiutando il merito e la mobilità sociale, non corrisponde più a ciò che effettivamente accade nella politica italiana».
Berlusconi e Bersani sono sorpassati, dice Monti, dedicando ai due schieramenti un'altra bordata : «Lo statalismo alligna sia a destra che a sinistra, gli interessi corporativi e le posizioni di rendita cercano protezione tanto a destra quanto a sinistra».
Il premier dimissionario prende quindi le distanze da Berlusconi e Bersani aprendo, di fatto, la campagna elettorale: «La nuova formazione politica alla quale stiamo dando vita, adottando l'Agenda Monti come ispirazione per un programma di governo, non intende collocarsi “al centro” tra una destra e una sinistra ormai superate, bensì costituirsi come elemento di spinta per la trasformazione dell'Italia».
Paolo Pradolin
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[02/01/2013]