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Mobbing, lettera aperta a Silvio Berlusconi

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Gentile Presidente del Consiglio dottor Berlusconi,
mi rivolgo direttamente a Lei per discutere brevemente il problema del mobbing a scuola che viene esercitato nei confronti dei docenti e del Personale Ata nella scuola pubblica. Su 1 milione di dipendenti le vittime a scuola sarebbero almeno 75 mila. Io continuo a ricevere nella mia posta elettronica lettere di docenti sull'orlo del suicidio, di docenti che soffronto di gravi forme depressive o del burn out ed è questa Presidente Berlusconi la decisione che mi ha indotto a scriverle perché il Governo, attraverso la Sua persona, presenti una legge ad hoc. Al ministro Sacconi di questo problema non gli interessa nulla avendogli già  scritto più volte pubblicamente e questo fatto, se mi consente, è gravissimo perchè dimostra tutta la sua insensibilità  di uomo e di ministro, e la sua volontà  di lasciare le cose come stanno infischiandosene delle vittime di questo odioso crimine.
In ogni caso, tutta la documentazione che ricevo, è a disposizione anche dei suoi Ministri e Sottosegretari più attenti del socialista signor Sacconi.
Craxi si che da socialista tutelava veramente i lavoratori e, a questo punto, un po' lo rimpiangiamo tutti visto la classe politica socialista decadente e arrogante e rampante che gli è succeduta eccetto De Michelis, Tognoli, Pillitteri, Martelli, Stefania e Vittorio Craxi e Cicchitto. Su Brunetta stendiamo un velo pietoso, non fa testo perchè è quello che ha inventato i fannulloni e in questo modo come diceva bene il cardinale Dionigi Tettamanzi la gente è indotta a pensare che nella PA siano tutti di quella razza.

Ovviamente, come Ella sa bene, Presidente Berlusconi, il mobbing non è solo presente negli ambienti scolastici ma anche in quelli militari, associativi, negli enti pubblici e privati, familiari e, perfino, nei condomini. Al punto che le vittime in Italia di mobbing sono 1 milione e 600 mila. Ma, in questa sede, mi limitero' a parlare del mobbing a scuola la realtà  in cui vivo da tanti anni. Tra i docenti e il Dirigente scolastico il mobbing è un insieme di condotte vessatorie, aggressive, discriminatorie, delegittimanti e terrorizzanti a danno dei mobbizzati (vittime) da parte dei mobbers (carnefici), quasi sempre sostenuti indirettamente dai c.d. “sighted mobbers”, di solito colleghi di lavoro del mobbizzato, che con il loro comportamento solo in apparenza neutrale, passivo ed asettico non fanno altro che accrescere il fenomeno ed agevolare lo scopo ultimo del “disegno criminoso”, consistente nell'emarginazione e nell'espulsione del lavoratore dal luogo di lavoro.
Le azioni di mobbing scolastico piu' frequente sono:
– isolamento;
– lettere pilotate chiaramente false per delegittimare la persona;
– calunnia e denigrazioni;
– controlli ripetuti per futili motiivi;
– reiterati procedimenti disciplinari;
– mansioni umilianti.

Ci sono, come Ella sa bene, signor Presidente del Consiglio Berlusconi, anche le condotte in ambito lavorativo e personale subite dal mobbizzato che è sempre bene evidenziare a futura memoria anche perche' in Parlamento nella scorsa Legislatura si era arrivati da 14 disegni di legge contro il mobbing a riunificarli in uno solo. Ma, purtroppo, la legislatura fini' e ora bisogna ricominciare daccapo.

CONDOTTE SUBITE DAL MOBBIZZATO:
– ambito lavorativo
1. critiche continue alla persona sul lavoro
2. sistematiche allusioni indirette
3. assegnazione di compiti dequalificanti
4. svuotamento mansionale formale o di fatto
5. assegnazione per il lavoro di locali angusti, insalubri, inidonei
6. inattività  forzata
7. accuse generiche (“non sa fare niente”, “lei è un fannullone”, “la pagano inutilmente”)
8. mancata risposta a richieste verbali o scritte del lavoratore
9. tendenza ad ignorare il lavoratore, emarginazione dolosa
10.mancato accesso alle informazioni aziendali ovvero all'attività  lavorativa
11.deliberata non risoluzione di problemi organizzativi di lunga durata
12.reiterate richieste impossibili, contraddittorie, inconciliabili, esorbitanti, incongrue, umilianti
13.reiterato inadempimento ovvero inadeguatezza circa le disposizioni sulla sicurezza e la privacy
14.induzione all'errore
15.sottrazione di mansioni per “avocazione” del superiore gerarchico
16.sottrazione di corrispondenza
17.reiterati provvedimenti disciplinari, mancato rispetto del codice disciplinare, sproporzionalità  ed arbitrarietà  delle sanzioni
18.sanzioni disciplinari ingiuriose
19.sabotaggio lavorativo
20.estromissione del lavoratore da progetti di formazione ed aggiornamento professionale adeguati
21.ostruzionismo nel far esprimere opinioni, pensieri, punti di vista
22.eccessive ed immotivate forme di controllo da parte del dirigente
23.invito a trasferimento o dimissioni
24.disconoscimento datoriale di diritti e meriti magari accompagnate dall'assegnazione di benefici immeritati ad altri soggetti
25.provocazioni dolose al fine di procurare reazioni incontrollate
26. ricatti morali posti in essere dal dirigente al fine di evitare di concedere diritti contrattuali, come giorni di congedo, etc.
27.pregiudizio ovvero inibizione della carriera mediante assegnazione di incarichi a terzi senza garanzie procedurali
28.affiancamento di altro soggetto alla vittima professionalmente qualificata con lo scopo di minarne l'autonomia e controllarne l'attività 
29.trasferimenti non richiesti presso altra sede
30.comportamento antisindacale
31.ingiustificata rimozione da incarichi già  affidati.

– ambito personale
1. palesi o velate minacce
2. attacchi reiterati in pubblico, insulti, umiliazioni, ridicolizzazioni
3. diffusione di maldicenze
4. violenza fisica
5. molestie sessuali
6. discriminazioni razziali, di genere, religiose, politiche, sindacali, di opinione.
7. imitazione cinesica, prossemica, posturale. . .
8. esclusione della partecipazione ad eventi ed iniziative sociali a margine dell'attività  lavorativa

Con mia sorpresa ho scoperto che tra i mobbers figurano anche alcuni cattolici e, nelle sedi dovute, ne parlero'. Questi non sanno neanche chi sia Gesù Cristo, non sanno cosa significhi imitarlo, mettersi alla sua sequela e stare vicino ai fratelli.
No, a loro interessa ammassare denaro, il rapporto esclusivo e privilegiato col capo e dell'insegnamento di Gesù non gliene importa nulla. Vivono a spese della comunità  ecclesiale.
Ma rinfreschiamo loro la memoria. L'Evangelista Giovanni ci riporta un piccolo brano del discorso dell'Ultima Cena. Ma ogni parola è come un sigillo al cuore di chi vuole essere suo discepolo o amico. “Figlioli, dice, ancora per poco dormo con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io ho amato voi; così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv.13,34-35).

Purtroppo abbiamo persone impegnate nella Chiesa che si allineano al mobbers e lasciano soli coloro che ne sono vittime. E poi questi sepolcri imbiancati si sciacquano la bocca di parole come carità , solidarietà , e agape. Poiché sono convinto, contrariamente a loro dell'esistenza dell'Inferno, credo che la giustizia divina dovrebbe punirle. E' importante sottolineare, signor Presidente del Consiglio, che il fenomeno del mobbing verticale e orizzontale non colpisce solo i più deboli come gli anziani, i disabili, i diversi ma soprattutto le persone più oneste, più creative e più attive”, negando paradossalmente principi fondanti di convivenza civile dell'attuale epoca storica che ha fatto dell'integrazione, dell'accoglienza delle diversità  culturali presenti nella collettività  e dell'esercizio della cittadinanza attiva la sua bandiera.
Scrive l'avv. Catalisano: “Non a caso i luoghi ove maggiormente si utilizza il mobbing sono aziende o rami dotati di piena autonomia organizzativa ed economica con gestione diretta delle risorse e programmi di incentivizzazioni “discrezionali” da elargire ai dipendenti”: il mobbing sta cambiando! L' avv. Catalisano prosegue : “Il potere, estremamente decentrato e troppo discrezionale, ad esempio per tutti, e non a caso, essendo la casistica maggiore, quello demandato ai dipartimenti aziendali o interaziendali delle A.S.L., sta comportando che la tattica del mobbing stia divenendo la strategia per la copertura di situazioni immorali o di abusivi interessi personali, economici o di esercizio del potere .

Quando si compiono comportamenti illegali o ai limiti della legalità , che altri intuiscono, il mobbing diviene una forma di autodifesa atta a costringere al silenzio o all'ignavia coloro che potrebbero impedirla. Si creano in tal modo connivenze che tendono ad escludere e, meglio ancora eliminare, i soggetti che non vogliono far parte del “giro” e che non sono allineati. La sentenza del 22 febbraio 2003 del Tribunale di Como, recita: “Il mobbing, ovvero quella situazione di disagio provocata al lavoratore dall'ambiente di lavoro, si compone di un elemento oggettivo, consistente in ripetuti soprusi posti in essere da parte dei superiori e, in particolare, in pratiche – di per sè legittime sebbene biasimevoli – dirette a danneggiare il lavoratore e a determinarne l'isolamento all'interno del contesto lavorativo, e di un elemento psicologico, a sua volta consistente, oltre che nel dolo generico – “animus nocendi” -, anche nel dolo specifico di nuocere psicologicamente al lavoratore, al fine di emarginarlo dal gruppo e allontanarlo dall'impresa. Incombe sull'attore l'onere di provare la realizzazione dei comportamenti mobbizzanti, la ricorrenza del dolo e l'effettività  del danno, nonché il relativo nesso causale”. Per quanto riguarda il mobbing orizzontale. Cassazione civile, sez. lav., 23 marzo 2005, n. 6326: ” Il datore di lavoro risponde del danno da mobbing (vale a dire l'aggressione alla sfera psichica del lavoratore) ex art. 2087 c.c., a nulla rilevando che le condotte materiali siano state poste in essere da colleghi pari grado della vittima, in quanto quel che rileva unicamente è che il datore sapesse – ovvero potesse sapere – di quanto stava accadendo”. Purtroppo i Dirigenti scolastici non applicano lex art. 2087 del CC ed essendo, a loro dire, esperti di sicurezza e destinando alla sicurezza mezzo fondo d'istituto, restiamo trasecolati per queste spese dissennate di cui dovranno rendere il conto.

Il T.A.R. Lazio, sez. III, 25 giugno 2004, n. 6254 – R.F. contro MIUR: “Nel caso in cui il ricorrente faccia valere un'ipotesi di responsabilità  al tempo stesso contrattuale ed extracontrattuale della p.a. resistente – nella specie chiedendo il risarcimento dei danni discendenti da una condotta di mobbing attuata nei suoi confronti – trova applicazione la disciplina dell'onere probatorio più favorevole al ricorrente, ossia quello contrattuale, con la conseguenza che spetta al datore di lavoro dimostrare di aver posto in essere tutte le misure necessarie per tutelare l'integrità  psico-fisica del dipendente”.

Vi sono, infine, signor Ministro, aspetti che avvicinano il mobbing verticale e orizzontale agli studi sulla personalità  del delinquente dal colletto bianco, in particolare alla teoria del Sutherland delle associazioni differenziali che vengono a scostarsi dai modelli legati alla patologia individuale. Egli afferma che questo tipo di criminalità  ha come origine il contatto e l'apprendimento dei modelli e delle tecniche dell'ambiente di appartenenza e sebbene il comportamento sia criminale, come nel caso dl mobbing, l'autore dello stesso non si considera criminale né subisce lo stigma del crimine in quanto beneficia della larga impunità  di cui godono i colletti bianchi né del resto il soggetto corrisponde allo stereotipo comune del crimine”. Concludo, signor Ministro del Lavoro. Il fenomeno del mobbing a scuola riguarda 75 mila persone, in Italia ben 1.500.000 lavoratori. Lei è un socialista, è certamente sensibile a queste tematiche che minano la salute fisica e psica di tanti lavoratori vittime di personaggi senza scrupoli, malvagi e delinquenti. Senza contare che la loro famiglia è distrutta, i coniugi non comunicano più e i figli sono abbandonati a se stessi. E la vittima di mobbing è un peso.

Le chiedo pertanto, signor Presidente del Consiglio, di predisporre un disegno di legge governativo che riguarda 1 milione e 600 mila lavoratori di questo Paesi di cui 75 mila solo nella scuola. Mi affido alla Sua sensibilità  e attenzione per i problemi del lavoro. Sarebbe una bella conquista sociale per il nostro Paese se potessimo come nei Paesi scandinavi avere una legge ad hoc che tuteli i lavoratori e punisca i mobbers non solo nel portafoglio per danni esistenziali, morali, materiali e biologici, ma anche con il carcere. Esattamente come ha fatto la bravissima ministra Mara Carfagna contro lo stalking un altro crimine odioso.
Con i più distinti saluti

Prof. Alberto Giannino
alberto.giannino@gmail.com

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