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MARGHERA, ORE 8 DI SERA | Spari tra la gente. Un morto

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MARGHERA | Un morto ammazzato, un altro in fin di vita. Sparatoria finita in tragedia domenica sera poco prima delle 20 in piazza Mercato a Marghera. A restare sull’asfalto vicino alla sua auto, un Punto di colore bianco, un giovane kosovaro presto a pistolettate. Un altro kosovaro è , invece, rimasto ferito gravemente dopo essere stato colpito da alcuni proiettili davanti all’ingresso del bar Due Porte gestito da cittadini cinesi.
L’omicidio, secondo una prima ricostruzione degli agenti della squadra Mobile della Questura, pare sia l’esito di un regolamento di conti tra bande, una macabra esecuzione, forse per la gestione del territorio o di qualche traffico illecito. A colpire i due kosovari mortalmente sono stati degli uomini armati che sono poi fuggiti a piedi. Il corpo del kosovaro ucciso è stato rimosso dall’asfalto solo a tarda sera, verso le 23, dopo i rilievi della polizia scientifica. Disperata, invece, la corsa in ospedale e i tentativi di salvare il suo connazionale da parte dei sanitari del 118 del Suem.

Il tutto si è consumato sotto l’occhio di numerosi testimoni. I colpi, oltre a scatenare il panico tra la gente, ha fatto piombare Marghera in una stato di allarme rimbombato poi da consiglieri comunali e semplici residenti anche sul web. Uno dei primi ad accorrere sul luogo del delitto è stato il consigliere comunale Simone Venturini dell’Udc che attraverso i suoi post su Facebook e Twitter ha di fatto una cronaca in tempo reale di quanto accaduto dopo la sparatoria. Sua, a tarda notte, una riflessione sull’episodio che fa piombare Marghera nella paura.

«Marghera colpita proprio nella sua piazza, davanti all’asilo e al supermercato, in pieno centro. La stessa piazza che qualche settimana fa si era riempita di maschere e bambini per il carnevale e che ospita ogni estate l’opera e il cinema all’aperto. Cosa si è rotto? Cosa è stato sbagliato? Dove sono mancate le istituzioni? A queste domande dobbiamo dare una risposta immediata e forte, ma dobbiamo anche pensare ad un modo per ribadire che la mia Marghera, che la nostra Marghera, non è quella vista stasera. E’ un’altra città , una città  sorridente dove tutti si conoscono, dove la gente non è ricca ma vive con dignità , dove nessuno considera l’altro un nemico, dove gialli, bianchi, neri e rossi vivono nel rispetto reciproco curiosi di conoscersi. A questa Marghera continuo a pensare quando rispondo alla domanda “dove abiti?”. A questa Marghera io voglio dedicare tutto il mio impegno nella speranza che quanto visto questa sera non si ripeta più!».

Raffaele Rosa
[redazione@lavocedivenezia.it]

Riproduzione Vietata
[11/03/2013]


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