Insulti e botte: cartelle in testa, schiaffi, pugni.
Maltrattamenti ai malati in una clinica di Rovigo densi di violenza e cattiveria.
Le denunce erano partite da alcuni parenti dei ricoverati per strane ecchimosi sul corpo dei degenti, ma nulla poteva far presagire una storia così truce di violenze gratuite che avvenivano in quella struttura chiusa in maniera ermetica.
Polesani di Ficarolo è il nome della clinica, una struttura assistenziale convenzionata con l’azienda sanitaria Ulss 18.
Improvvisamente, all’alba, dopo un blitz della Squadra mobile di Rovigo, sono finiti in manette dieci dipendenti, uno dei quali medico responsabile della struttura.
I maltrattamenti ai malati sono stati silenziosamente e segretamente ripresi dalle telecamere installate di nascosto dai poliziotti che per settimane hanno registrato le scene di violenza.
E’ stata un’inchiesta condotta tra mille difficoltà, spiegano alla polizia, a causa del muro di omertà eretto nella clinica. Due agenti in borghese hanno finto di essere una coppia interessata al ricovero di un congiunto provando a dare invano un’occhiata alle corsie. Il capo della Mobile, Bruno Zito, accusa: «Tutti sapevano, ma nessuno si decideva a denunciare per paura di ritorsioni e di scoperchiare chissà cosa».
Alla Polesani di Ficarolo, oltre agli arrestati, sono state dichiarate indagate altre cinque persone e l’impressione è che ci possano essere ulteriori sviluppi, come testimonia la perquisizione congiunta con i carabinieri del Nas di Padova.
Sotto le lenti d’ingrandimento “strani avvenimenti”: pazienti che hanno perso la vista, che si sono ritrovati femori fratturati e addirittura una morte sospetta: un uomo soffocato mentre mangiava.
Redazione
[21/06/2014]
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