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Ma cosa c'e' da sorridere da quei manifesti elettorali?

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Egregio signor direttore,
ho notato da alcune settimane grandi e piccoli manifesti che anticipano la campagna elettorale per le prossime regionali. 
In questi manifesti compaiono personaggi che non ho mai visto e di cui non conosco nulla.  So solo che mi stanno guardando mendicando il Mio voto con un sorriso luminoso.

Francamente io non so cosa ci sia da sorridere in questo durissimo periodo che stiamo vivendo, con tanta gente senza lavoro e tanti altri  che lo perderanno tra poco. Per tutti noi che dobbiamo fare grandi sacrifici per arrivare alla fine del mese  non capisco cosa ci sia tanto da sorridere.

 

Comprendo che i partiti si stiano mobilitando per le elezioni, capisco che Zaia e Bortolussi debbano fronteggiarsi, ma non riesco a digerire tutti questi volti sorridenti di gente mai vista prima, dal nome sconosciuto che sta spendendo una valanga di denaro per chiedermi il voto.

Immagino anche che una campagna elettorale costi tanto e non credo che, di questi tempi, si possa scialacquare allegramente il proprio denaro. 
 
Non riesco a comprendere come questa gente così sorridente possa spendere allegramente in pochi giorni per tutti questi tabelloni i soldi che io  neanche mi sono di guadagnare in un anno. E poi quanti come me guardano con angoscia l'aumento delle rette dell'IPAB?  Io non so dove andrò a trovare i soldi della retta di mia madre perché già  oggi ho difficoltà  a star dietro a tutto: bollette, affitto casa, mensa scolastica per i figli.

Per me, c'è poco da ridere, ma molto da riflettere davanti a questo manifesti, davanti a chi intasca mazzette nascoste in pacchetti di sigarette, a chi va a farsi massaggiare di nascosto, a chi organizza o partecipa a festini con quelle che oggi si chiamano escort e che un tempo avevano altri nomi.

Come ha detto Lei, signor direttore, c'è una Italia che se la spassa e una politica che francamente stomaca e c'è una Italia che non dorme la notte, non perché impegnata in festini, orge, massaggi, ma semplicemente perché tra il sonno e la veglia c'è sempre e solo l'incubo per il domani.

Mi scuso per lo sfogo.

Cordialmente, suo affezionato lettore

Alessandro Rossettini - Vicenza

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