L’ultima puntata della vicenda è di settembre 2012, quando la Commissione Europea scrive una lettera chiedendo come mai l’Italia non avesse ancora recuperato i soldi degli aiuti e citava esplicitamente il Casinò.
Si trattava di denaro proveniente dalla Legge Speciale che consentiva di favorire il mantenimento dei posti di lavoro a Venezia, città unica e ‘difficile’.
Ma Bruxelles aveva detto ‘no’ a quegli aiuti dello Stato ventilando l’ipotesi di discriminazione e concorrenza sleale nel mondo del lavoro.
Ora l’Inps ha mandato le cartelle per il recupero di quegli sgravi ottenuti ma non leciti, e tra di esse ci sono destinatarie aziende di tutti i tipi: vetrerie, alberghi, cooperative di pesca e di servizi. Si parla di 250 milioni di euro, e la quota che spetta a Cà Farsetti per aver ‘sostenuto’ i dipendenti del Casinò dell’epoca è di otto milioni e 515 mila euro.
Otto milioni e mezzo di euro che il Comune di Venezia dovrebbe pagare all’Inps per il conto del dovuto con gli interessi di mora per gli sgravi contributivi che tra il 1995 e il 1997 furono concessi al Casinò per pagare il personale.
Si attendono ora centinaia di ricorsi al Tar e anche il sindaco Orsoni ha già dato mandato ad uno studio legale per la salvaguardia dei propri interessi nella vicenda.
La vicenda si è comunque ora ulteriormente complicata, perchè mentre le cartelle cominciavano ad arrivare, il 21 novembre la Commissione Europea ha aperto una nuova procedura di infrazione per l’Italia deferendola di nuovo davanti alla Corte di Giustizia. Motivo? In 14 anni ha recuperato appena il 20 per cento delle somme indebitamente erogate.
Assurda la sanzione proposta: 24 mila euro per ogni giorno trascorso dalla prima sentenza della Corte, che significa 21 milioni di euro già oggi.
Redazione
[06/12/2013]
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