Vi scrivo in merito al vostro articolo "lo sbarco dei mille:il rave più silenzioso del mondo"
Mi presento sono il presidente di un network di (ormai) professionisti che ha iniziato la sua attività di esplorazione urbana a Venezia 10 anni fa. Abbiamo letto l'articolo, e siamo felici di sapere che quanto abbiamo realizzato noi a Venezia in epoca non sospetta (era il 2002) e con un approccio puramente sperimentale, abbia poi stimolato fenomeni di aggregazione come quello citato nell'articolo. Noi già dal 2002 abbiamo intrapreso esperimenti che sono stati di ispirazione e che sono diventati volano di altre iniziative. Inoltre l'esperimento fu raccolto già da repubblica già nel 2004. Peccato che le testate non abbiano saputo raccontare come certi fenomeni, possibili oggi solo grazie all'interazione accelerata offerta dai nuovi tool digitali e social network, abbia invece origine in alternative culturali nate dalla relazione (sempre più in crisi) tra i cittadini e il proprio territorio. Forse siamo stati un po' troppo avanguardisti e la notizia non suscitò il clamore di oggi. forse non era stata capita. Forse oggi però lo sguardo si limita al fenomeno di costume e non al messaggio dato e raccolto da chi decide di non limitarsi a creare una festa di successo grazie facebook, oggi uno dei fenomeni più delicati per lo sviluppo di relazioni adulte tra cittadini responsabili. Vi ringraziamo se deciderete di pubblicare questa lettera e se questo nostro stimolo possa incentivare un ragionamento aperto. A disposizione per approfondimenti: |
LETTERA SUL SILENT RAVE DI ATTUALAMENTE
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