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"I have a dream: farò pace con l'Islam", promise Obama appena eletto presidente. Pacifisti, buonisti e volemosebenisti di mezzo mondo andarono in brodo giuggiole. Alcuni di loro, sebbene non islamici, ringraziarono Allah per il prezioso dono fatto piovere dal cielo. Peccato che di lì a poco non piovvero ne' baci ne' abbracci, ma sonore sberle sparate sui territori occupati dagli yankee a stelle e strisce.Per ironia della sorte (o meglio, dell'illusorio giuramento), all'indomani dell'insediamento dello speranzoso Obama, seguì un incremento esponenziale di attentati e di morti in Afganistan e Iraq. Ma non solo, nonostante l'assegnazione di un premio Nobel per la Pace, Al Qaeda ha rivendicato il mancato attentato sulla tratta Amsterdam Detroit e promesso al nipotino di Martin Luter King, nuovi attacchi all'America.
Se i politici e l'opinione pubblica non si metteranno a studiare seriamente il corano (soprattutto laddove incita alla guerra santa contro gli infedeli), aspettiamoci un futuro contraddistinto da minareti, moschee e madrasse. D'altronde, come dare torto ad un buon conquistatore musulmano che offre la sua vita in cambio di settantadue calorose vergini che lo attendono ad arti inferiori aperte nell'aldilà ?Gianni Toffali - Verona