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[Lettera] E se i fatti di Rosarno fossero accaduti al nord?

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[12/01] Che sarebbe successo se l’aggressione di Rosarno ai danni di extracomunitari neri, fosse avvenuta in qualche paesino del nord, magari a giunta leghista?
Risposta scontata: gli amanti del melting pot multirazziale, avrebbero lanciato accuse infamanti contro il nord egoista, fascista e razzista.
Invece, trattandosi di aggressori meridionali, silenzio assoluto! Ma non è tutto, i garantisti dell’illegalità  hanno tenuto le bocche cucite persino sugli atti vandalici compiuti dagli extracomunitari.

 

Ipocrisie a parte, e fatto salvo il diritto degli uni (i cittadini di Rosarno a difendersi) e degli altri (i neri sfruttati a ribellarsi) a far valere le loro ragioni (entrambe legittime), la domanda che sorge spontanea è: sarà  mai possibile far diventare il profondo sud, un “paese normale”?
In questi giorni gli organi di informazione ci hanno fatto sapere che nelle regioni meridionali solo il 2 % dei lavoratori extracomunitari viene assunto regolarmente e che il rimanente 98% vive nella clandestinità  ed esercita lavori in nero. Ciò significa che l’intera comunità  di quelle regioni, vale a dire, forze dell’ordine, sindaci, autorità  e finanche, comuni cittadini, consumano in massa quel gravissimo “peccato” sociale che si chiama omertà .

Se questa infame legge non scritta non verrà  estirpata dalle menti dei meridionali, si può star certi che la malavita, l’ndrangheta, la mafia e la camorra regneranno sovrane per l’eternità .

La soluzione? Se il popolo del sud, vuoi per pigrizia, vuoi per “convenienza”, non vuole cambiare, perché non prendere in considerazione la proposta del sindaco leghista di Verona Flavio Tosi, vale a dire, il commissariare quelle regioni che pensano di vivere in un’altra Italia? Se ognuno non si assume le sue responsabilità , non scandalizziamoci poi, se qualcuno vuole dividere l’Italia in due.

Gianni Toffali   Verona

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