La situazione di Porto Marghera è diventata ormai incandescente. Ci auguriamo fortemente e ci adopereremo come sempre per evitarlo, che non vi siano problemi di ordine pubblico. Questa situazione è divenuta ancor più drammatica per l’annuncio che almeno 900 operai di Fincantieri andranno in cassa integrazione (300 dirette e 600 indirette) dal 28 febbraio 2011. Le promesse alle quali non seguono i fatti sono ancor più pericolose dell’assenza di qualsivoglia scelta.
Siamo convinti del lavoro che il Ministro Romani e il suo staff stanno sviluppando per aiutare l’Eni a sottoscrivere l’accordo previsto per il 31 gennaio e fin ad ora non ancora formalizzato relativamente alla vicenda Vinyls. Ma occorre fare presto perché gli operai hanno bisogno di certezze e non più solo di rassicurazioni visto che l’attesa è durata anche troppo. Occorre fare presto: L’Eni deve confermare i suoi impegni su Marghera.
Occorre garantire la produzione industriale rinforzandola e poi potremmo col tempo e con la partecipazione di tutti, istituzioni e società civile, individuare altre formule di sviluppo economico che si affianchino e potenzino le produzioni della chimica di base. Sicuramente il Ministro Romani potrebbe istituire l’area di crisi industriale. Ci stanno lavorando a Roma ne siamo certi ma occorre ridurre i tempi. Gli operai sono nuovamente sulle torri mettendo a repentaglio la propria salute per salvaguardare il proprio futuro.
[11/02/11]
(* Assessore alle Politiche e servizi per l'occupazione ed il lavoro)
Diamo loro una risposta urgente, questa volta con i fatti!