Il sindaco, Giorgio Orsoni, si aspettava cifre ben diverse: saranno solo cento i transiti in meno delle grandi navi nel 2014, secondo le nuove norme.
Oltre alla la sostanza, la forma: Giorgio Orsoni non si aspettava certo di ricevere l’ordinanza sulle grandi navi dopo la sua pubblicazione da parte della Capitaneria di Porto, come dire: ‘ormai così e’, e non c’è nulla da fare.
«Chiederò formalmente la convocazione del Comitatone, l’unico organo che può affrontare la questione», ha detto ieri Orsoni che nella serata di giovedì, vista l’ordinanza, ha subito redatto la delibera per ricorrere al Tar.
«C’è un problema di metodo e di merito – ha sbottato ieri mattina il sindaco dopo un rapido incontro con il presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa – Mentre il governo chiama tutti per decidere, a livello locale non c’è il garbo istituzionale di condividere le azioni».
«A Roma si era detto che la scelta sarebbe avvenuta dopo la valutazione di tutte le opzioni – ha aggiunto -. A questo punto penso che, visto che le riunioni a Palazzo Chigi non servono a fare la giusta chiarezza, vi siano altri problemi al Porto».
Di punta di vista opposto invece il presidente del Porto, Paolo Costa: «Si è detto di allontanare traghetti e navi – ha spiegato ieri – di salvaguardare la Marittima e di procedere sul Contorta con valutazioni “ad abundantiam”».
Intanto ieri le associazioni ambientaliste Wwf e Italia Nostra hanno scritto ai ministri Maurizio Lupi (Infrastrutture), Massimo Bray (Cultura) e Andrea Orlando (Ambiente). «Ovunque si costruiscono porti commerciali fuori dalla città, a Venezia invece lo si vuole mantenere nel cuore della laguna più fragile del Paese».
Redazione
[07/12/2013]
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