Così in basso non c’eravamo mai arrivati. Dal 1977, anno delle prime rilevazioni trimestrali, quando il tasso fu del 6,4, la disoccupazione nel nostro paese ha toccato il massimo storico con un livello di disoccupazione nei primi tre mesi di quest’anno pari al 13,6 per cento. Preoccupante anche la tendenza, visto che il dato rappresenta un 0,8 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2013.
Per i giovani dai 15 ai 24 anni, dice l’Istat, la disoccupazione è al 46 per cento della forza lavoro, significa che uno su due di quelli che cercano un’occupazione non la trova.
Al Sud la situazione peggiora ulteriormente, la disoccupazione sta al 21 per cento e addirittura al 60,9 per cento (6 giovani su dieci), quella giovanile.
I dati dell’Istat arrivano proprio il giorno dopo le raccomandazioni di Bruxelles che chiede all’Italia di non allontanarsi dalla «retta via», visto che è parecchio indietro sulla strada del risanamento del debito pubblico. Un monito al quale Matteo Renzi ha ribattuto subito con parole di ottimismo («Ce la faremo, l’Italia sta facendo la sua parte, non occorrono nuove manovre») e che ha ribadito ieri tornando a sottolineare la necessità di riforme, non solo economiche, ma anche istituzionali e costituzionali, per muovere il Paese.
Redazione
[04/06/2014]
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