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L'assessore D'Anna: Calciatori, prima di scioperare venite a Porto Marghera

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[13/09] Lo sciopero è uno strumento sacrosanto in un sistema democratico. Ma ai calciatori che vogliono scioperare chiedo di venire a Porto Marghera, ad uno dei tanti cancelli dei nostri stabilimenti a parlare con gli operai e forse capirebbero che gli scioperi e le battaglie per il lavoro sono ben altre, più ardue e concrete. E che la dignità  delle lotte dei lavoratori si perde totalmente se a scioperare sono dei miliardari.

L’annunciato sciopero del pallone riguarderebbe 5-600 calciatori con retribuzioni medie di oltre 1 milione e 500 mila euro. Tanto per dare un’idea un calciatore di serie A guadagna circa 200 volte di più di quanto percepisce in un anno un cassintegrato. E stiamo parlando delle retribuzioni di quei calciatori che magari vengono considerati dei brocchi da qualche tifoso e non dei campionissimi che guadagnano molto di più. Tutto ciò stride pesantemente (e volgarmente…) con l’attuale situazione economica del Paese ed è un pessimo segnale verso le famiglie in difficoltà . I calciatori, semmai, con la loro visibilità  potrebbero farsi sentire per sostenere la lotta di tutti quei lavoratori che stanno molto peggio di loro, come ha fatto un gran signore quale è Gigi Riva nei confronti dei pastori sardi.Certamente le dinamiche del calcio si sviluppano su presupposti assolutamente particolari, risentono di loro logiche di mercato e di equilibri fra domanda e offerta. Ma è forte la sensazione che le recriminazioni dei calciatori sulle loro condizioni economiche siano quanto meno inopportune. Per troppi anni, seguendo una logica autodistruttiva, i club calcistici si sono svenati pagando ingaggi eccessivi a troppi giocatori che non meritavano tali compensi. La crisi economica, i debiti, la fuga dagli stadi, il regolamento del fair play stabilito dalla Uefa che scatterà  nel 2011, hanno costretto tutti a fare i conti con la dura realtà . I calciatori, invece, intendono continuare a vivere su un altro mondo. E per riuscirci, scioperano. Forse sarebbe meglio che qualcuno andasse davvero a lavorare.

Paolino D’Anna
Assessore al Lavoro
Provincia di Venezia

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