[23/10] Al di là dei luoghi noti, visti e stravisti, di San Marco e delle sue più immediate vicinanze, invariabilmente affollati per di più di turisti che spesso, a causa del loro numero eccessivo, li rendono affatto invivibili, a Venezia esistono fortunatamente numerosi altri luoghi in cui, oltre potersi sottrarre a tutto ciò, è anche possibile venire sorprendentemente a contatto con una Venezia per lo più sconosciuta, altrettanto bella, se non di più, di quella maggiormente nota – sia pure in maniera diversa – e più vera e autentica, almeno per certi versi, di quest’ultima.Per conoscere la quale, tuttavia, si cercherebbero invano delle utili indicazioni sul da farsi nelle comuni guide in vendita nelle bancarelle di souvenirs, la cui tendenza, com’è noto, è in genere quella di fornire al lettore un semplice sussidio descrittivo dei principali e arcinoti luoghi cittadini, mentre è possibile trovarne addirittura ad abundantiam, oltre che negli ormai famosi libri di due delle figure più rilevanti della vita culturale veneziana del secondo Novecento – “Venezia minore” di Egle Trincanato e “Guida sentimentale di Venezia” di Diego Valeri – in un libro di Monique Pistolato, “Venezia, guida alla città invisibile”, da poco in libreria e il cui scopo precipuo, come l’autrice stessa ha affermato, è proprio quello di condurre il lettore per mano in passeggiate e gite nella Venezia che vive al riparo dai grandi flussi del turismo.
Anche se, avendolo sperimentato in diverse occasioni con esito invariabilmente felice, personalmente suggerirei di prescindere da qualsivoglia utile informazione al riguardo, per quanto autorevole possa essere la sua fonte, e andare in giro per calli e campi, senza alcuna mèta prestabilita, affidandosi interamente al caso: le sorprese, siatene certi, non tarderanno ad arrivare . E a esse si aggiungerà , proprio grazie al fatto di aver voluto fare tutto da soli, l’impagabile piacere della scoperta personale.
ENZO PEDROCCO
