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La Svizzera chiude le frontiere. Stop agli stranieri

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La Svizzera si è espressa. Sia pur con una strettissima maggioranza, l’elettorato svizzero ha detto sì all’introduzione di tetti e quote all’arrivo di immigrati nel paese.

Ieri si è tenuto il referendum che metteva al voto la proposta dell’Udc, partito della destra conservatrice.
La proposta è passata per un soffio, con il 50,3% dei voti che equivalgono a un margine di appena 19mila schede.

Il pronunciamento del popolo sovrano obbliga adesso il governo e il parlamento di Berna (che avevano espresso parere contrario all’iniziativa) a rimettere in discussione entro tre anni i trattati sulla libera circolazione delle persone sottoscritti con la Ue solo pochi anni fa e dunque a innalzare nuovamente barriere ai confini tra la Confederazione e il resto del continente.

Il voto non dovrebbe avere conseguenze immediate sugli stranieri residenti nella Confederazione né sui lavoratori italiani del Ticino ma una ripercussione di natura politica e diplomatica sì.
Bruxelles manifestato subito la sua irritazione per l’espressione dei cittadini.

«Il voto va contro il principio della libertà di movimento delle persone, ne esamineremo attentamente le implicazioni» ha avvertito il portavoce della commissione Olivier Bailly ricordando che Berna ha sottoscritto nel 1999 un accordo globale con la Ue su una serie di temi che ora potrebbero essere rimessi in discussione nel loro complesso, aprendo un vero e proprio «vaso di Pandora» nei rapporti tra la Comunità e Berna.

Volendo spiegare l’espressionde del voto con i numeri, la Svizzera ospita un buon 23% di residenti stranieri (la cifra ufficiale dell’Itala è del 7%).
A ciò va aggiunta la quota di lavoratori pendolari che ogni giorno varcano la frontiera, provocando il crollo dell’occupazione locale sul mercato del lavoro. Si pensi che dall’Italia partono ogni giorno 60mila lavoratori impiegati a nord di Chiasso.

Paolo Pradolin

[10/02/2014]

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