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La Russia è pronta ad invadere l’Ucraina, la guerra molto vicina

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La Russia di Vladimir Putin è pronta a invadere l’Ucraina, anche se tecnicamente invasioni con superamento di confine ci sono già state.
L’esercito russo (migliaia di militari, si dice da 6mila a 28mila uomini) sarebbe già in Crimea, penisola russofona che fa parte dell’Ucraina ma di fatto dove da alcuni giorni sono nati scontri per la secessione che Kiev non riesce a sopprimere.

Il Senato russo – su richiesta di Putin – ha approvato all’unanimità l’invio di truppe, ed ora i passi ufficiali previsti dalla Costituzione sono stati compiuti. Adesso Vladimir Putin è ufficialmente autorizzato a intervenire in qualsiasi momento in Ucraina muovendo le truppe.

Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha precisato che il presidente non ha ancora preso una decisione definitiva, però il governo ucraino ha messo l’esercito in stato di allerta e ha avvertito che se la Russia desse corso alla minaccia sarebbe “la guerra”.

La richiesta di Putin al Consiglio della Federazione è scattata dopo che il nuovo premier della Crimea aveva invocato l’aiuto russo. Di per sé l’autorizzazione votata all’unanimità (i senatori, tra l’altro, sono stati tutti nominati dallo stesso Putin) non vuol dire che l’Ucraina sarà invasa. «Per ora non se ne parla. E’ solo che il presidente ha a sua disposizione l’intero arsenale degli strumenti necessari a normalizzare la situazione«, ha spiegato il portavoce del Cremlino. «Speriamo che le cose non si sviluppino lungo lo scenario attuale che aumenta la tensione e crea minacce per i russi in Crimea».

L’Ucraina chiede protezione a Usa, Europa e Nato – Non solo, nella serata di sabato 1 marzo il ministro degli Esteri Andrei Deshizia ha chiesto a Ue, Usa e Nato di valutare tutti le possibili opzioni per proteggere la sua integrità territoriale. Ma la tensione sta crescendo anche nelle altre regioni sud-orientali dell’Ucraina – anch’esse culturalmente e linguisticamente vicine alla Russia – vi sarebbero già stati scontri ed alcuni palazzi dell’amministrazione regionale di Kharkiv e Donetsk sarebbero già caduti in mano agli insorti filorussi, non senza violenze.

La situazione è incandescente e il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si è riunito di nuovo per cercare di correre ai ripari. Il nuovo governo di Kiev ha denunciato che in Crimea ci sono già 6.000 soldati russi e 30 blindati, che hanno già preso posizione in punti strategici della penisola, mentre un gruppo di giornalisti investigativi parla addirittura di 28.000 militari di Mosca, quasi cinque volte quanto stimato dalle nuove autorità ucraine.

Sul piano della comunità internazionale, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il ministro degli Esteri di Londra, William Hague, hanno criticato l’escalation della tensione in Crimea, e il capo della diplomazia Ue Catherine Ashton ha detto di “deplorare” la decisione russa di usare le forze armate, mentre Bruxelles ha fissato per lunedì una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri degli Esteri per fare il punto sulla situazione, mentre la Nato si riunirà nelle prossime ore.

Anche l’America ha voluto ‘avvertire’ la Russia, Obama chiama al telefono Putin, che dice: “Ci riserviamo di proteggere i nostri interessi”. Dal canto suo, la Casa Bianca fa sapere che sta “monitorando da vicino la situazione” e che sta anche “considerando i costi potenziali” di un intervento armato russo: un messaggio che suona come un deciso monito al Cremlino e che sembra lasciare intendere che gli Usa non hanno intenzione di lasciare carta bianca ai russi.

La risposta è stata, con un gesto che non ha precedenti nella storia delle due superpotenze, che la commissione Esteri del Senato russo ha fatto richiamare il proprio ambasciatore negli Stati Uniti.

Lunedì potrebbe arrivare nella capitale russa Yulia Tymoshenko. L’ex primo ministro ha buone relazioni con Putin e ieri era impegnata in consultazioni a Kiev con i principali leader dell’opposizione.

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