Si è tornati con il pensiero tutti al 2010, quando gli immigrati misero a ferro e fuoco la città , con il sindaco che si barricò in ufficio dietro ai mobili. I ricordi si sono sovrapposti al presente la vigilia di Ferragosto, quando gli immigrati ospiti del Cie (Centro d'identificazione ed espulsione) di Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto hanno inscenato una violenta rivolta. Tanto violenta da costringere la Prefettura di Crotone a chiudere la struttura d'accoglienza perché «inagibile», e 51 immigrati sono stati trasferiti in altri centri d'accoglienza italiani.
La rivolta all'interno del Cie crotonese,dove mercoledì è prevista la visita del ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge, sarebbe dovuta ad un'escalation originata dalla morte di un cittadino marocchino da circa un mese al Cie, dopo che aveva scontato un periodo di detenzione nel carcere di Salerno.
L'immigrato sarebbe morto per «cause naturali», il medico legale ha parlato di cardiopatia dopo l'autopsia, ha spiegato Leonardo Sacco, vice presidente nazionale delle Misericordie d'Italia, ente gestore del Centro di Isola Capo Rizzuto, ma per gli immigrati presenti al Cie tanto è bastato per scatenare l'inferno dentro la struttura.
Dal 1° gennaio di quest'anno ad oggi sono 1.720 i profughi ospitati nei centri, cinquanta le famiglie, sei i neonati. In questo luogo frequentano le lezioni d'italiano e partecipano al percorso d'integrazione. Qualcuno sta nella sala d'intrattenimento con tv satellitare e giornali europei. Per i bambini è stata allestita anche una ludoteca.
Redazione
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[20/08/2013]