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La prostituzione in Italia

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Il fenomeno della prostituzione, in Italia, negli ultimi anni, è aumentato notevolmente, in considerazione anche dei flussi migratori. Da 25 mila prostitute di qualche anno fa, siamo passati a 50 mila ( forse 70 mila) di cui 26 mila straniere di cui 2 mila minorenni. In prevalenza arrivano dalla Nigeria, dall’Albania, dalla Romania, dall’ex Jugoslavia, dal Sud America, dal Nord Africa e dai Paesi dell’Est. Tali donne esercitano la loro attività 
liberamente o in maniera coatta ( per oltre 2000 di esse c'è la riduzione
in schiavitù) sulle strade, nelle zone appartate, negli appartamenti e nei
locali in cambio di denaro. Le donne che si prostituiscono in maniera coatta
(riduzione in schiavitù) sono quelle albanesi che sono gestite da un racket
feroce e barbaro, poi le ragazze dei paesi dell’Est che vengono in Italia
con l’inganno: i loro connazionali le promettono un lavoro e si ritrovano
sulla strada. Se si rifiutano sono botte e stupri di gruppo fino a quando la
donna diventa più docile. Poi abbiamo le cosiddette accompagnatrici che
lavorano in casa o le massaggiatrici che mettono annunci su riviste e
quotidiani e quelle che lavorano nei night. Le prestazioni sessuali cambiano
a seconda del prezzo. Si parte da 30/50 euro e si va fino a 500 euro per una
notte e anche più. E’ il denaro che regola i rapporti sessuali, il vizio e
il piacere venereo. E’ il denaro che disinibisce la ragazza fino al punto di
fare qualunque prestazione. Non l’amore. Non sappiamo nulla sulle
precauzioni sanitarie perché molte donne pur di fare soldi sono disposte a
fare a meno del profilattico con tutte le ripercussioni sui clienti che
incontra. Neanche l’Aids ha fermato il fenomeno prostitutivo e questo
comporta sicuramente gravissimi problemi sanitari per la popolazione.Ci sono
poi problemi di ordine pubblico: sono i travestiti brasiliani e peruviani e
i transessuali che danno scandalo nelle nostre strade con vestiti succinti
presentandosi mezzi nudi e urlano facendo schiamazzi per catturare
clienti, incuranti dei bambini e delle mamme che assistono a questi
spettacoli indecorosi. I clienti sono 9 – 10 milioni di italiani, di cui
500 mila donne che assicurano un business di 15 miliardi di euro all’anno
alla malavita e in parte alle prostitute. Le quali vengono da Paesi
poverissimi, dove c’è una miseria spaventosa, e svolgono questa attività 
pericolosa per qualche anno fino ad mettere da parte un capitale per
acquistare una casa e dei titoli e per avere una sicurezza economica. Ma non
tengono conto né dei rischi né dei pericoli della professione. Tranne le
povere ragazze costrette a prostituirsi contro la loro volontà . Vediamo cosa
scrive la Caritas a tale riguardo: “Le modalità  di arrivo in Italia e di
conseguenza di esercizio della prostituzione sono diverse a seconda delle
etnie.
Le ragazze *nigeriane* sono reclutate al Paese di origine con la proposta di
un lavoro in Italia; spesso sanno che è legato alla prostituzione, ma
certamente non conoscono né le modalità  con le quali lo eserciteranno, né le
condizioni di vita alle quali saranno sottoposte. Al momento della partenza
sono eseguiti riti woodoo per soggiogare meglio le ragazze. All'arrivo in
Italia vengono “affidate” o “vendute” a “maman”, spesso donne nigeriane
ex-prostitute , che sistemano le ragazze in alloggi, decidono il luogo di
lavoro e ritirano i guadagni. Potranno essere nuovamente libere ed
eventualmente riavere i passaporti solo dopo aver pagato un debito che
oscilla tra i 70 – 100 milioni di lire. Inoltre devono pagare l'affitto, il
vestiario, il cibo e anche il “joint” (il pezzo di strada su cui la ragazza
lavora).
In *Albania* le ragazze spesso vengono adescate da un “presunto” fidanzato,
che promette lavoro in Italia e successivo matrimonio; altre volte vengono
rapite o vendute da membri della stessa famiglia di origine. Sulla strada
vengono solitamente sottoposte a stretta sorveglianza da parte del
protettore al quale devono consegnare tutto il guadagno. Nel caso in cui non
“rendano” a sufficienza vengano punite con metodi estremamente violenti e
spesso vendute ad altri clan. Le ragazze non dispongono quasi mai dei propri
documenti di identità  e nel caso li abbiano sono falsi. La rete criminale
albanese è molto violenta e vendicativa; le ragazze, quando riescono a
scappare con l'aiuto di polizia, clienti o unità  di strada, hanno molta
paura ad affrontare l'iter della denuncia, anche per le reali possibilità  di
violenza e ritorsione sulla famiglia in Albania ed in particolare sulle
sorelle minori.
Un'altra forma di reclutamento, utilizzata soprattutto con le donne
provenienti dai *Paesi dell'Est Europa e della ex URSS* si concretizza sia
tramite annunci sui giornali con promesse di lavoro come ballerine,
cameriere sia tramite contatti diretti con connazionali che organizzano la
prima parte del viaggio. Per arrivare in Italia attraversano diversi stati e
sono vendute/acquistate una /due o più volte soprattutto a Belgrado ed in
Albania. Le donne entrano in Italia con visti turistici ma più
frequentemente clandestinamente e una volta arrivate a destinazione vengono
espropriate del loro passaporto.
E' necessario aggiungere che le ragazze trafficate in Italia sono sempre più
giovani ed è in aumento il numero delle minorenni.” Infine ci sono i
problemi morali. Non tutte le donne povere ricorrono ad esporre il proprio
corpo e a venderlo, perché hanno dei principi che discendono dalla legge
morale naturale, la legge di Dio che dice “Non commettere atti impuri” e
difatti le donne filippine (solo per fare un esempio) non vanno sulla
strada, perché hanno un’altra morale, e un’altra formazione religiosa. Come
risolvere il problema della prostituzione che già  nella Roma di Vespasiano,
di Adriano e di Diocleziano era un problema : c’erano qualcosa come 32 mila
prostitute, che si vendevano per l’equivalente di pochi euro di oggi nei
lupanari dei bassifondi, dove le stanze erano piccole e più simili a celle
che a un’alcova di piacere; sui muri, dipinti o scritte erotiche
solleticavano gli appetiti dei clienti e servivano come catalogo delle varie
prestazioni. Ci sono varie proposte giacenti in Parlamento che eviterebbero
lo spettacolo osceno e indecoroso dei transessuali, travestiti, e
prostitute che offendono la morale, il decoro, e la dignità  dei quelle
persone. E tutela donne e uomini da malattie sanitarie, veneree e dall'Hiv.
Discutiamole senza perdere altro tempo.

Alberto Giannino
alberto.giannino@gmail.com

[21 ottobre 2011]

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