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La Missione del Cardinale Scola a Milano

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Il Patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola, nominato Arcivescovo di Milano il 28 giugno scorso, come era prevedibile, ha diffuso il programma sintetico dei suoi primi mesi di episcopato ambrosiano. L’otto settembre, contrariamente al previsto, in occasione dell’inizio dell’Anno pastorale ambrosiano nel giorno dedicato alla nascita di Maria (cui è dedicato il Duomo), l’Arcivescovo uscente, cardinale Tettamanzi, terrà  una solenne celebrazione per salutare la Diocesi.


Avvenimento, quest’ultimo, che, a mio avviso, evidenzia una sensibilità  e un tatto non comuni del nuovo Arcivescovo.
Il giorno successivo, il cardinale Scola, prenderà  possesso ufficialmente della Diocesi, con una celebrazione solenne sempre in Duomo officiato da un suo procuratore.

L’ingresso ufficiale in Diocesi avverrà , invece, il 25 settembre, seguendo tutte le ritualità  dalla consuetudine e dalla tradizione.
A partire da quel momento e nel giro di un mese e mezzo il nuovo Arcivescovo seguirà  tutta la sua Diocesi, sia dal punto di vista ecclesiale che civile.

In particolare, molto importanti saranno gli incontri con le realtà  cattoliche di base, che verranno conosciute in sette successivi appuntamenti con le altrettanti zone pastorali in cui la Diocesi è divisa.
In queste circostanze saranno presenti: tutti i Vicari Episcopali, i Vescovi Ausiliari, i Decani, i Parroci, i Sacerdoti, i Religiosi e le Religiose, il laicato impegnato e anche tutti i semplici fedeli che vorranno partecipare.

Come si vede, si tratta di tratta di uno sforzo di organizzazione e conoscitivo di straordinaria rilevanza che ha l’obiettivo di monitorare con esattezza la situazione della Diocesi più popolosa d'Europa al fine di redigere un piano pastorale che non sarà  prevedibilmente il solito strumento di programmazione ordinaria.

Nel frattempo il cardinale Scola ha fatto sapere di confermare fino al 30 giugno 2012 tutte le cariche più significative in Diocesi. Con l’avvertenza, però, che il giorno del Giovedi Santo, il 5 aprile 2012, farà  conoscere il nuovo organigramma che opererà  a partire dal 1 settembre 2012, in modo, è stato specificato, che i nuovi Responsabili abbiano il tempo necessario per predisporre programmi e organizzazione.

Lo “sprint” impresso dal nuovo Arcivescovo era stato da me previsto, tenuto conto che la “mission” affidatagli è urgente e il tempo a disposizione non è quello di un tradizionale episcopato. (Infatti Angelo Scola compirà  70 anni a novembre e in base al Diritto Canonico dovrebbe rassegnare le rituali dimissioni al compimento dei 75, con la possibilità  di una proroga fino a 77 anni).

Qual è la “mission” e perché è urgente? A mio avviso, il compito del teologo e biblista Scola è di fare in modo che la Diocesi di Milano nell’arco dei prossimi anni in cui vivrà  avvenimenti di rilevanza internazionale (il Congresso Mondiale delle Famiglie con l’intervento del Papa a fine maggio 2012, le celebrazioni, nel 2013, del 1600° anniversario dell’Editto di Milano sulla tolleranza religiosa emesso dall’Imperatore Costantino il Grande, l’Expo mondiale del 2015), possa associarsi più efficacemente di come ha fatto negli ultimi decenni al “concerto” del rinnovamento ecclesiale portato avanti con grande efficacia dal Pontificato di Giovanni Paolo II e dall’attuale Pontefice Benedetto XVI.

Rinnovamento che è principalmente consistito nel mettere in pratica il Concilio Vaticano II senza inseguire ulteriori ubbìe teologiche e culturali e senza farsi dettare l’agenda da lobbies internazionali portatrici di una cultura profondamente relativistica, neopositivista logica, scientista e sostanzialmente irreligiosa. Infatti a Milano in questi ultimi 31 anni abbiamo assistito alla Sola Scriptura e al suo libero esame, messi al centro accantonando arbitrariamente il Magistero della Chiesa e la TradizioneApostolica; abbiamo assistito al dubbio sistematico, alla critica corrosiva, ad un malinteso pluralismo, alla contestazione dottrinale ( no al peccato, no alla coscienza morale, no ai dogmi cattolici, no all'Eucarestia intesa come Presenza del Corpo e del Sangue di Cristo, no ai valori non negoziabili (vita, famiglia e libertà  d'educazione), ecc.

La Chiesa cattolica che, a mio parere Angelo Scola rappresenta autorevolmente , realizza l’auspicio a suo tempo indicato da un grande e incompreso Papa, Paolo VI che organizzò il Concilio Vaticano II con Giovanni XXIII e lo portò felicemente a conclusione dopo la morte di quest’ultimo.
Giovanni Battista Montini auspicava un cristianesimo che fosse ispirato alla Prima Lettera di San Pietro: un cristianesimo non tiepido, non mediocre, non molle, non vile, non puramente nominale e anagrafico, ma al contrario, unito attorno al Vescovo, coraggioso, senza complessi d'inferiorità  verso il mondo laico e “fortes in fides” (forte nella fede).

(* Presidente Ass. culturale docenti cattolici (Adc) )

[13 luglio 2011]

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