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La bufala in tre dimensioni

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[14/08] A volte penso che ci vogliano prendere tutti per i fondelli. Ogni qual volta esce una novità  (in qualunque campo), scopriamo che alla fine di realmente nuovo vi è poco o niente.
Nella moda, ad esempio, ritornano sempre le cose passate, o nel mondo dell'automobile si ridisegnano i modelli storici (maggiolone, cinquecento e giulietta su tutte).

Tornando all'argomento di questa rubrica, il cinema, è sotto gli occhi di tutti che il “ritorno” a vecchi successi con un restyling moderno è all'ordine del giorno ma purtroppo la faccenda non si limita alle storie trattate. Noi poveri spettatori siamo alla mercé di un'altra tecnica “innovativa” ideata dalle Major Hollywoodiane, una novità  datata 1922!

Vi assicuro, non è un errore di battitura e non vi sto nemmeno prendendo in giro, la nuova grande “novità ” con cui vogliono rilanciare il mondo cinematografico, spingerci a riempire le sale e ovviamente a spillarci soldi si chiama, udite udite: 3D!

Ebbene si, una valanga di nuove (pff!!!) pellicole, con questo magico ritrovato che ci da la possibilità  di essere veramente dentro il film e vivere così un'esperienza unica e purtroppo ormai sempre meno rara.
Peccato che il primo film commerciale uscito con la tecnica del 3D, sia “The Power of Love”, datato appunto 1922; ricordiamo inoltre che i primi esperimenti invece risalgono addirittura al 1897, solamente due anni dopo la nascita ufficiale del cinema.Questa tecnica venne quasi subito abbandonata per ritrovare poi il proprio periodo d'oro nella metà  degli anni 50' con pellicole horror quali “L'uomo nell'ombra” e “La maschera di cera” che videro l'attore Vincent Price divenire una star del genere e il divo del 3D.

Lentamente le difficoltà  di proiezione, consistenti nell'uso contemporaneo due proiettori accoppiati, due pellicole perfettamente sincronizzate e due proiezionisti, nonché il subentrato disinteresse della gente, fa scemare la terza dimensione, se non nel dimenticatoio poco vicino.

Certo, fino ad oggi la tecnica non è mai stata del tutto abbandonata ma negli ultimi anni l'inutile abuso continua, senza trovare (per ora) fine.

Si è cominciato con i cartoons, da “Coraline” a “Up“, fino all'”Era glaciale” per poi continuare in pellicole con attori in carne ed ossa come “San Valentino di sangue” o “Alice nel paese delle meraviglie “e “Resident Evil Afterlife“.
Peccato che ognuno di questi si sia rivelato una bufala dietro l'altra, un 3D posticcio e decisamente fasullo; limitato a poche ed inutili scene che non hanno mai giustificato il sovrapprezzo del biglietto per i fantomatici occhialini che una volta usciti dalla sala non sono utili nemmeno per le giornate di sole.

Il fatto è molto semplice, fino ad ora, solamente con “Avatar” (che piaccia o non piaccia, e a me non piace, si tratta infatti di Pocahontas ambientato tra i puffi), il regista James Cameroon ha fatto un vero lavoro di produzione interamente finalizzato alla distribuzione del prodotto in 3D.

Ora credo che per poter assistere ad un altro film meritevole di un barlume d'interesse verso questa tecnica, bisognerà  attendere l'uscita della trilogia di “Tin-Tin” dell'accoppiata Spielberg/Jackson.

Quindi miei cari lettori, prima di scaraventarvi nelle sale ad assistere ad un film in tre dimensioni, assicuratevi che sia veramente stato pensato e girato con tale tecnica e non sia solamente una mera sovrapposizione di immagini sfalsate.

Sinceramente condivido con uno dei più “furbi” produttori cinematografici americani, quel Jerry Bruckheimer (tra gli altri ha prodotto la saga dei “Pirati dei Caraibi“), ha dichiarato in una recente intervista, di dubitare fortemente che la nuova risorsa del cinema sarà  il 3D.
Ti credo Jerry!! Il futuro e le risorse stanno nelle nuove storie e nei giovani cineasti, solo buone idee e sceneggiature ben scritte invogliano davvero lo spettatore a scucire le proprie banconote.

Ahimè però in attesa di questo miracolo, aspettiamo i primi televisori 3D, già  in commercio…
Me le vedo proprio le casalinghe assistere ai litigi di tronisti con pettorali in rilievo nel salotto di Maria (e nel loro) mentre stirano, inforcando degli occhiali scuri.

Mattia Cagalli

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