Un dato dovrebbe preoccupare la Juventus: dopo aver preso 20 gol il primo anno di Conte, 24 il secondo, in questa stagione sono già 10. Lapalisse direbbe che il problema è la difesa.
La Juventus «ha avuto un momento d’appannaggio», come dice l’a.d. Beppe Marotta. Verosimilmente, è un momento di «appannamento».
Nulla di definitivo, per carità, nessun verdetto dopo otto giornate, ci mancherebbe, però a casa Juve qualcosa è cambiato. Tutti ricorderanno che Antonio Conte prima di confermare il proseguimento della sua fantastica avventura aveva domandato delle garanzie. Agnelli aveva avuto un effetto sedatico con la sua azione diplomatica, ma i rapporti dell’allenatore con la società non sono idilliaci. Nella testa di Coonte continua a riecheggiare un ritornello: quest’anno sarà difficile ripetersi, qualcuno non si rende conto, etc.
Conte non era completamente d’accordo con la campagna acquisti di quest’anno. Giocatori forti sono arrivati, la società ha speso, per carità, ma il fatto che l’acquisto più importante di quest’anno (15 milioni), Ogbonna, ha il domicilio in panca è indicativo.
A tutto questo si è aggiunto un intempestivo ammonimento del presidente Agnelli sul fenomeno Podga: «non potremo trattenerlo». Inevitabilmente l’ambiente si è trovato circondato di gente che gli domandava se avesse già fatto i bagagli.
Se, oltre a tutto questo, si comincia a mettere in discussione una pietra delle fondamente juventine come Buffon, la crisi è certa: ci si aspetta che pari l’imparabile, non che non prenda il parabile.
Da verificare quindi, al più presto, se nello spogliatoio c’è ancora coesione, se tutti seguono tutto quello che dice il mister, se il mister è sereno e può lavorare serenamente, per ricominciare a volare con il rombo dei motori senza facce scure.
Roberto Dal Maschio
[22/10/2013]
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