L’Italia segue «con costante attenzione ed estrema preoccupazione gli sviluppi della situazione in Crimea», ma si muove di concerto con gli alleati europei e atlantici nella crisi ucraina.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha presieduto ieri a Palazzo Chigi una riunione d’emergenza, cui hanno partecipato il ministro degli Esteri, Federica Mogherini (foto), quello della Difesa, Roberta Pinotti, il sottosegretario Marco Minniti e il direttore dei servizi Giampiero Massolo.
Il governo italiano «si associa alle pressanti richieste della comunità internazionale affinché sia rispettata la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina» e considera «del tutto inaccettabili» eventuali violazioni di tali principi.
Con questo obiettivo, l’Italia «rivolge alla Russia un forte appello a evitare azioni che comportino un ulteriore aggravamento della crisi e a perseguire con ogni mezzo la via del dialogo». Ma allo stesso tempo, il nostro Paese «esorta le autorità di Kiev a promuovere ogni sforzo volto alla stabilità e alla pacificazione del Paese, nel rispetto della legalità e della tutela delle minoranze».
Da quanto comunicato da Palazzo Chigi si intuisce la preoccupazione di mantenere un certo equilibrio nelle critiche a Mosca, lasciando aperta a Vladimir Putin la strada della diplomazia.
E’ una linea, quella indicata dal governo italiano, che trova riscontro in tutte le cancellerie europee. La diplomazia tedesca è molto diversa di tono rispetto a quella dura dell’Amministrazione americana. Il ministro degli Esteri di Berlino, Franz Walter Steinmeier, l’ha riassunta ieri bocciando l’ipotesi di escludere la Russia dal G8 come prima misura di rappresaglia nei confronti del Cremlino. Il vertice dei Paesi industrializzati, così Steinmeier, «è l’unico foro di dialogo nel quale l’Occidente parla direttamente con Mosca».
Paolo Pradolin
[03/03/2014]
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